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03 Aprile 2025 - 23:08
Non ama scrivere, dice. Ma questa volta non può tacere. Calogero Mongiovì, ex comandante della Tenenza dei Carabinieri di Settimo Torinese, rompe il silenzio e lo fa con parole nette, schierandosi a favore dell’introduzione del taser per la polizia locale, così come proposto dalla Lega e bocciato dalla maggioranza che governa la città.
Un intervento che arriva come una stilettata, soprattutto perché firmato da chi per dodici anni ha vissuto e gestito la sicurezza sul campo, al fianco dei vigili urbani. “Gente preparata a 360 gradi”, li definisce. E aggiunge: “Nei momenti più difficili sono stati un concreto aiuto. In strada ci si trova anche davanti a gente pronta a farti del male”.
Per questo, secondo Mongiovì, la scelta della maggioranza di dire no all’arma a impulsi elettrici – prevista, regolamentata, già in dotazione in molte città italiane – è un clamoroso errore di valutazione. “Questa volta hanno toppato. Il taser, usato come previsto dalle norme, è un valido aiuto e un valido deterrente”, afferma senza mezzi termini.
Ma perché dire no a uno strumento in più per tutelare chi tutela la città? Semplice: perché, secondo la maggioranza, Settimo è già sicura così com’è. I problemi? Solo percezioni. E le percezioni? Colpa dei social. Sì, proprio così. La colpa non è della microcriminalità, né degli episodi di violenza, ma dei post su Facebook.
Una teoria affascinante, quasi poetica: la sicurezza reale non conta, conta quella percepita, e se la gente ha paura, beh... dev’essere perché ha scrollato troppo. Un po’ come quando si dice che Settimo è una città “bene amministrata” solo perché ogni giorno compare una nuova foto della sindaca Elena Piastra, sorridente tra bambini, aiuole, gatti, opere pubbliche in fase di inaugurazione (e mai di conclusione).
Cita Guido Angeli, l’ex comandante, con quel “provare per credere” che suona come una provocazione verso chi decide dal comodo di una scrivania. E chiude con amara ironia: “Io ho smesso! Ma voi riparlatene…”.
Insomma, mentre la politica combatte le percezioni con i post e rifiuta i taser per non disturbare l’immagine, chi lavora per strada continua a farlo a mani nude. Ma sempre con un bel sorriso, ovviamente. Perché anche quello, in fondo, è percezione.
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