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Costume & Società
01 Aprile 2025 - 07:30
Cinzia TH Torrini
Ci sono storie capaci di cambiare il nostro modo di percepire la realtà, rivelando prospettive inaspettate. Parole che, per quanto all’apparenza semplici suoni o segni grafici, diventano veicoli potenti di significato. Racconti che costruiscono mondi immaginari, ma anche arricchiscono la comprensione del reale, toccando corde profonde e influenzando le nostre emozioni più intime.
Cinzia TH Torrini, nata a Firenze il 5 settembre 1954, è una regista che ha sempre saputo infondere nelle sue opere una passione autentica per le storie. Le sue produzioni sono esperienze immersive, emotivamente coinvolgenti, capaci di risuonare a lungo nel cuore dello spettatore. Da ragazzina sognava di vivere "tante vite" attraverso il mestiere di regista, desiderio che ha plasmato il suo stile: una regia attenta all’intensità psicologica ed emotiva dei personaggi, resa possibile da una profonda immedesimazione. Il mistero che avvolge alcuni aspetti della sua vita privata – come la scelta della sigla “TH”, adottata a soli 12 anni – aggiunge fascino a una figura già di per sé magnetica.
“Il pubblico non deve limitarsi a guardare l’acquario, deve essere dentro l’acquario”, sottolinea la regista, racchiudendo così la sua visione artistica. “Il mio lavoro è compiuto solo quando il pubblico vive davvero le emozioni che volevo suscitare.”
È impossibile pronunciare il nome di Cinzia TH Torrini senza pensare a Elisa di Rivombrosa, la fiction che ha segnato un’epoca della televisione italiana, regalando al Canavese una notorietà internazionale. Ma oltre al successo, ciò che colpisce è la sua capacità di scavare nell’anima, di cercare il talento autentico dietro ogni volto. “Non comprometterti mai, sei tutto ciò che hai” è il mantra della sua grande amica Gianna Nannini, cui Torrini ha recentemente dedicato l’autobiografia per Netflix Sei nell’Anima. Un principio che ha guidato le sue scelte artistiche, portandola a scoprire volti nuovi e a raccontare storie pulsanti di umanità.
Curiosamente, l’idea iniziale per Elisa di Rivombrosa non prevedeva un’ambientazione italiana: la proposta era quella di un adattamento ispirato al romanzo epistolare Pamela, o la virtù ricompensata di Samuel Richardson (1740), ambientato tra Inghilterra e Irlanda, con attori madrelingua. “Sarei diventata più una professoressa di inglese che una regista”, scherza Torrini, raccontando la decisione di cercare invece un'ambientazione nostrana. “Grazie a Marisa Rizzato di Torino, ho scoperto il Canavese e mi sono innamorata delle sue dimore storiche. Il castello di San Giorgio Canavese e il castello ducale di Agliè avevano l’eleganza e il fascino che cercavo.”
A quel punto, serviva un nome evocativo. Torrini ha insistito per conferire alla protagonista un titolo nobiliare, da cui nacque Elisa di Rivombrosa, toponimo immaginario che ha reso celebre il territorio. Era il 2003 quando Vittoria Puccini venne consacrata attrice protagonista, mentre la serie, diretta da Cinzia Torrini, registrava ascolti record per Mediaset e trasformava il Canavese in meta turistica ambita. “Gestivo personalmente il sito web della serie affidatomi da Mediaset. I commenti entusiasti facevano andare in tilt il server”, ricorda con orgoglio. “Fu così che Canale 5 si rese conto del successo inaspettato e decise di mantenerla in prima serata.”
Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini in Conte Fabrizio Ristori e Contessa Elisa Scalzi al Castello Ducale di Agliè
Cinzia TH Torrini con Gaja Masciale, in Giuliana Gagliardi, e Francesco Del Gaudio a interpretare la fase giovanile e matura di Peppino di Capri
Torrini sa sempre cogliere l'emozioni attraverso la profondità degli occhi, grazie ai talenti che riesce a mettere in scena come Arianna Di Claudio e Francesco Del Gaudio in Roberta Stoppa e Peppino Di Capri, alias Giuseppe Faiella
Tre anni intensi, durante i quali Torrini ha vissuto l’opera in simbiosi con cast e troupe, fino a ricevere la cittadinanza onoraria del Canavese, pioniera di un cine-turismo che ha attratto visitatori anche da Messico e Perù. Simbolo di quell’immedesimazione è la celebre scena della morte del Conte Ristori: “Quando cade dal cavallo ferito, con Elisa e i compagni che cercano di salvarlo tra le lacrime, ci siamo trovati anche noi a piangere sul set.” Un’emozione reale, autentica, che racchiude lo stile inconfondibile di Torrini: far vivere la scena a tutti, dentro e fuori l’inquadratura.
Lo stesso approccio lo ha portato nei lavori più recenti, dedicati a Gianna Nannini e Peppino Di Capri. Per Sei nell’Anima, ha seguito il progetto con empatia e profonda sintonia. Più complesso l’approccio a Champagne, miniserie dedicata a Giuseppe Faiella, in arte Peppino Di Capri: “All’inizio ho faticato a entrare in connessione con lui, ma l’incontro a Capri mi ha cambiata. Ho capito la sua passione e ho trovato il giusto tono narrativo.”
Grazie a un’accurata ricerca di interpreti, Francesco Del Gaudio, 25 anni, giovane attore e musicista, ha dato volto al cantautore nella fase adulta. Accanto a lui, il piccolo prodigio Alessandro Gervasi, solo 6 anni, ha stupito tutti interpretando Peppino durante la Seconda Guerra Mondiale. Le giovani Arianna Di Claudio (24) e Gaja Masciale(27), nei ruoli di Roberta Stoppa e Giuliana Gagliardi, completano un cast sorprendente. In particolare, l’intensità dello sguardo tra Francesco e Gaja richiama le emozioni vissute tra Preziosi e Puccini ai tempi di Elisa.
Non sono mancate le polemiche, soprattutto per la scelta di non includere alcuni brani iconici nella miniserie su Di Capri. Ma Torrini risponde con fermezza: “Non è un documentario. Chi vuole ascoltare tutta la discografia può andare su Spotify.” Ha inoltre spiegato quanto sia stato difficile – e costoso – ottenere i diritti dei brani: “Abbiamo riadattato i più celebri come Roberta, Champagne e Saint Tropez Twist, ma i costi erano altissimi. Alcuni pezzi li abbiamo dovuti togliere persino dal backstage.” A tutto ciò si sono aggiunti i problemi meteo e i costi delle riprese a Capri: “È stato uno dei lavori più complessi della mia carriera.”
La regista è comunque soddisfatta. Sorride ricordando Alessandro Gervasi, enfant prodige del pianoforte: “Da Sanremo a La Vita in diretta, ha sempre suonato con sicurezza, persino seguendo il direttore d’orchestra.” E non manca un aneddoto affettuoso: “Dopo essere stata nominata cittadina onoraria del Canavese, mi arrivavano lettere a casa indirizzate a ‘Cinzia Torrini di Agliè’.”
Insomma, Cinzia TH Torrini è molto più di una regista. È un’artista capace di dare voce alle emozioni, di valorizzare i luoghi e i talenti, di costruire mondi che restano nel cuore del pubblico. Ha fatto del Canavese una terra da fiction, ma soprattutto ha contribuito a dare speranza e visibilità a una nuova generazione di interpreti. Con la sua visione artistica e la sua dedizione, continua a essere un faro per il cinema e la televisione italiana. Un orgoglio per il Canavese. E un’ispirazione per chi crede nella magia delle storie.
Cinzia TH Torrini sul set con l'attrice Arianna di Claudio e Francesco Del Gaudio: un faro per chi è attorno a lei
" Champagne" con il sostegno del cantautore caprese Peppino DI Capri, alisa Giuseppe Faiella e la regista toscana Cinzia TH Torrini
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