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Trovata una pepita d’oro nell’Orco: domani la caccia parte all’alba

Cresce l’attesa per il raduno lungo il fiume, tra Rivarolo e Chivasso. Decine di cercatori improvvisati pronti a setacciare le acque con padelle e speranze. “Chi trova tiene”.

Trovata una pepita d’oro nell’Orco: domani la caccia parte all’alba

Mauro Bentivoglio di Salassa

C’è chi ha lucidato la vecchia padella della nonna, chi ha tirato fuori stivali da caccia abbandonati in garage, e chi si è improvvisato artigiano costruendosi un setaccio con la rete per le zanzare. Tutti con un’idea in testa: domani all’alba si va a cercare l’oro nel torrente Orco.

Sembra una scena da film, ma è tutto vero. O almeno così sembra. Da due giorni gira insistentemente sui social un video che avrebbe cambiato la primavera canavesana. Si vede un uomo con i piedi nell’acqua, le mani tremanti, la voce rotta dall’emozione: “L’è vera, l’è ‘na pepita! Oro, è oro! Ma tu guarda l’Orco…”. In mano, un frammento dorato grande quanto una noce. L’immagine è sgranata, ma l’entusiasmo è contagioso.

Il video è rimbalzato su TikTok, poi su Instagram, poi su Facebook. I gruppi di paese lo rilanciano, le chat di quartiere lo commentano, e la voce ha preso forma: l’oro c’è, è vero.

la pepita

C’è chi dice che il punto preciso sia tra San Giorgio e Foglizzo, altri parlano di una briglia vicino a Feletto, qualcuno giura che basti seguire “il riflesso giusto dell’acqua, quello che solo l’Orco sa regalare dopo l’alba”.

Le chat WhatsApp parlano chiaro: appuntamento alle 6 del mattino di martedì, in “un punto non meglio precisato lungo il corso del torrente Orco”. Unica istruzione: “Chi sa, sa. Gli altri imparano. Portate un colino, un thermos e tanta voglia di cambiare la vostra vita.”

Non è del tutto una novità, in realtà. Il torrente Orco, che nasce ai piedi del Gran Paradiso e scorre impetuoso verso Chivasso, è noto da secoli per contenere tracce d’oro nelle sue sabbie. Fin dai tempi dei Romani, e poi nel Medioevo, si racconta di pagliuzze d’oro raccolte con pazienza e fede. Ancora oggi, lungo le sponde tra Cuorgnè, Lusigliè, San Giusto, Bosconero e Montanaro, alcuni appassionati si cimentano nella ricerca dell’oro, senza troppe pretese.

Nel 2020, un articolo raccontava che “in Piemonte ci sono luoghi, come l’Orco, dove si possono trovare minuscole tracce d’oro se si è fortunati e se si ha la pazienza di un monaco tibetano”. Ma il video di questi giorni racconta un’altra storia: non si tratta di briciole invisibili, ma di vere pepite. Ed è qui che nasce il sogno collettivo.

A gettare benzina sul fuoco è arrivata anche la dichiarazione di un esperto locale, il signor Giancarlo Marengo, 64 anni, appassionato di geologia e fondatore del gruppo Facebook “Oro & Orco – cercatori senza paura”: “Io lo dico da anni che sotto certi sassi, in certi punti dove l’acqua gira lenta, l’oro c’è. Se ne trova poco, ma adesso che qualcuno ha tirato fuori una pepita vera... be’, non mi stupisce. L’Orco è un fiume che custodisce, ma se lo rispetti, ti ricompensa.”

Giancarlo Marengo

Giancarlo Marengo

Nelle ultime ore, a Chivasso un ferramenta ha esaurito i setacci da giardinaggio. A Rivarolo, una commessa ha venduto dodici paia di stivali di gomma prima di capire perché. A Settimo, due amici si sono fatti stampare una maglietta: “Orco Klondike 2024 – cercatore ufficiale”.

Qualcuno si presenta come “cercatore esperto”, altri sono solo curiosi. Ma l’aria che si respira è quella delle grandi occasioni. Perché, in fondo, l’idea che proprio domani, il primo giorno di aprile, si possa trovare una pepita vera e cambiare vita... è irresistibile.

E mentre tutto il Canavese sembra affilare pale e speranze, c’è anche chi ha messo a disposizione un numero per avere maggiori informazioni sull’appuntamento di domani.

Il volantino online dice: “Per sapere il punto esatto del raduno, contattare il numero 351.984.00.11 (no sms).”

Non risponde nessuno, ovviamente. E la segreteria ripete: “La linea è momentaneamente occupata. Probabilmente sta cercando l’oro anche lei.”

C’è chi ride e chi sogna. C’è chi ha già pronto il post su Instagram con la foto della pepita ancora da trovare. C’è chi, nel dubbio, ha già segnato le coordinate su Google Maps. 

Domani mattina, lungo il torrente Orco, ci sarà qualcuno che scava, setaccia, spera. Forse troverà oro, forse solo fango. Ma per un attimo, il Canavese sarà tornato terra di frontiera, terra di cercatori. E forse, questa è già una piccola ricchezza.

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