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30 Marzo 2025 - 09:35
Il 29 marzo 2025, Torino ha reso omaggio a Pier Giorgio Frassati, in occasione del centenario della sua morte. Un convegno dal titolo “Da Torino e dal Piemonte, un dono per tutto il mondo: la santità di Pier Giorgio Frassati” ha preso vita nella Sala delle Colonne del Comune di Torino, riunendo istituzioni, accademici, e cittadini desiderosi di riscoprire la figura di questo giovane torinese che, con la sua vita esemplare, ha lasciato un segno profondo sia nella fede che nell’impegno sociale.
Il convegno, organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale della Città di Torino e dal Centro Culturale Pier Giorgio Frassati, è stato un’opportunità per riflettere sull’eredità lasciata da Frassati, prossimo alla canonizzazione prevista per il 3 agosto 2025.
Il momento si è aperto con i saluti istituzionali, che hanno visto la partecipazione della Città di Torino, della Regione Piemonte, della Diocesi di Torino, e del Politecnico di Torino, con la testimonianza di Stefano Sacchi, vicerettore dell’ateneo torinese.
Sacchi ha ricordato l'importanza del legame di Frassati con il Politecnico, dove, prima della sua prematura morte, studiava ingegneria mineraria.
“Quando morì Pier Giorgio era studente di ingegneria mineraria,” ha dichiarato Sacchi, sottolineando che il Politecnico, in occasione del centenario della sua morte, gli ha conferito la laurea honoris causa. Un gesto che testimonia la rilevanza della sua figura anche nell’ambito accademico.
Il convegno dedicato a Pier Giorgio Frassati
Pier Giorgio Frassati non era solo un giovane promettente nella sua carriera accademica, ma una persona che ha vissuto la fede in modo concreto, dedicandosi attivamente a numerose iniziative di carità e a un impegno sociale volto ad alleviare le sofferenze dei più bisognosi. La sua figura è stata quella di un giovane con una spiccata sensibilità sociale, capace di portare la cultura tecnica e scientifica a servizio del bene comune, con uno sguardo rivolto al miglioramento della società.
Un altro importante aspetto messo in luce durante il convegno è il legame tra Frassati e la città di Torino. La vicesindaca di Torino, Michela Favaro, ha parlato della profonda connessione di Frassati con la città, le sue montagne e la sua spiritualità. Per lei, parlare di Pier Giorgio Frassati significa entrare nel cuore della Torino che lui amava, esplorando le tracce di quella fede che lo ha animato.
“Pier Giorgio ci mette davanti alla sua testimonianza e questa è la grandezza dei santi, che testimoniano in vita e continuano a farlo anche dopo la loro morte”, ha affermato Marco Cesare Giorgio, presidente del Centro Culturale Pier Giorgio Frassati.
Il cuore della mattinata è stato caratterizzato da una serie di interventi che hanno esplorato vari aspetti della vita e dell’eredità di Pier Giorgio. La giornalista Monica Mondo ha condotto una discussione ricca di approfondimenti storici, spirituali e sociali.
Francesco Landolfi, storico e docente dell'Università Statale di Milano, ha offerto un'analisi del contesto storico in cui Pier Giorgio è cresciuto.
Domenico Zeni, rappresentante del Centro Culturale Pier Giorgio Frassati, ha esplorato il rapporto con la sua famiglia, sottolineando l’importanza di questo aspetto nella formazione del giovane Frassati.
Il giornalista e presidente del Polo del Novecento, Alberto Sinigaglia, ha trattato della figura fondamentale di Luciana Frassati, sorella di Pier Giorgio, il cui impegno nell'ambito sociale ha avuto un impatto significativo, continuando il lavoro del fratello.
Gremita la Sala delle Colonne del Comune di Torino
Infine, don Paolo Asolan, filosofo e preside dell’Istituto Pastorale della Pontificia Università Lateranense, ha offerto una riflessione teologica sulla spiritualità di Frassati, esplorando il lato più intimo e profondo della sua fede, come testimoniato nel suo libro "Io, ma non più io. Pier Giorgio Frassati. Una biografia spirituale".
Pier Giorgio Frassati, che sarà proclamato Santo il prossimo 3 agosto al termine del Giubileo dei Giovani, rappresenta non solo un esempio di santità, ma anche un faro di speranza per tutti coloro che si impegnano nella vita sociale e religiosa. La sua figura continua ad essere di grande ispirazione, dimostrando come una vita vissuta con fede, passione e dedizione verso gli altri possa davvero cambiare il mondo, anche a distanza di decenni.
A questo proposito è stato Domenico Zeni ad offrire ai presenti un'immagine lucida della sua personalità: “Un uomo vivo, non certamente quello che vuole bruciare affannosamente la sua vita nel rincorrere tutte le esperienze possibili, ma bensì vivo perché ha un ideale, ha un patrimonio da difendere, una fede, nel senso del vivere come lo definiva egli stesso in una lettera ovvero contrapposto al vivacchiare”.
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