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Echidna

Inchiesta sulla 'ndrangheta: nove rinvii a giudizio. Il processo a Ivrea il 22 maggio

L'ex AD Fantini e l'ex dem Gallo tra gli imputati. Il Comune di Brandizzo parte civile

Inchiesta "Echidna": nove rinvii a giudizio per la presenza della ‘ndrangheta nel nordovest

Inchiesta sulla 'ndrangheta: nove rinvii a giudizio. Il processo a Ivrea il 22 maggio

Nove rinvii a giudizio sono stati disposti oggi a Torino nell'ambito dell'inchiesta Echidna sulla presenza della 'ndrangheta nel Nord Ovest.

La procura aveva chiesto 32 rinvii a giudizio, nati dall'inchiesta della Dda che si è concentrata sui componenti della famiglia Pasqua che, secondo gli inquirenti, avrebbe creato a Brandizzo una articolazione territoriale della 'ndrangheta su emanazione delle 'ndrine Nirta e Pelle, del locale di San Luca (Reggio Calabria), imponendosi nel settore del trasporto e del movimento terra. Ad esempio nei cantieri dell'autostrada Torino-Bardonecchia.

Fra gli imputati figura l'imprenditore Roberto Fantini, chiamato in causa nella veste di ex amministratore delegato di Sitalfa (società che si occupava per conto della Sitaf della manutenzione dell'autostrada Torino-Bardonecchia), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

In aula l'accusa è stata sostenuta dal pm Valerio Longi. Il comune di Brandizzo si è costituito parte civile con l'avvocato Giulio Calosso.

I nove saranno processati dal tribunale di Ivrea, competente per territorio, a partire dal prossimo 22 maggio. Per un decimo imputato, non chiamato in causa per vicende di criminalità organizzata, l'inizio del dibattimento è stato fissato a Torino il 17 febbraio 2026.

L'imprenditore Fantini è stato prosciolto da cinque capi d'accusa, alcuni dei quali riconducibili ai suoi rapporti con Salvatore Gallo, figura storica dell'ambiente politico torinese di centro-sinistra, che a sua volta sarà giudicato delle prossime settimane con il rito abbreviato: si tratta, in questo caso, di vicende che non riguardano questioni di 'ndrangheta.

Gallo non risponde di reati legati alla criminalità organizzata, ma come ex manager Sitaf, la società concessionaria dell'autostrada A32. Secondo l'accusa avrebbe violato la legge elettorale del 1960, con promesse di favori e regali, per raccogliere voti e fare eleggere nel 2021 una candidata di sua fiducia. Il suo legale, Alberto Mittone, per lui chiederà il rito abbreviato.

Sitaf e Sitalfa hanno rinunciato a chiedere la costituzione di parte civile. 

L'inchiesta

Al centro dell’indagine c’è la famiglia Pasqua, che secondo la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) avrebbe creato una cellula operativa della 'ndrangheta a Brandizzo (Torino), su diretto mandato delle 'ndrine Nirta e Pelle di San Luca, uno dei centri nevralgici della mafia calabrese. Attraverso un controllo capillare del settore del movimento terra e del trasporto, il gruppo avrebbe imposto la propria presenza economica sfruttando canali privilegiati e collusioni per ottenere appalti e lavori pubblici in maniera sistematica.

Salvatore Gallo al centro dell'inchiesta giudiziaria

Le indagini hanno messo in evidenza i rapporti tra il clan e Roberto Fantini, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Sitalfa, la società che si occupa della manutenzione dell’autostrada Torino-Bardonecchia (A32). Fantini, oggi imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, è accusato di aver favorito le imprese riconducibili alla 'ndrangheta nell’assegnazione degli appalti, garantendo corsie preferenziali e trattamenti di favore che avrebbero permesso alle aziende mafiose di inserirsi stabilmente nel settore. Il suo ruolo sarebbe stato centrale non solo nella gestione delle gare d’appalto, ma anche nella creazione di un sistema di protezione che impediva la concorrenza e lasciava spazio solo alle imprese “gradite”.

Nell’elenco degli imputati compare anche Salvatore Gallo, 84 anni, storico esponente della politica torinese e indicato negli atti come "esponente del Partito Democratico". Sebbene non sia accusato di reati di stampo mafioso, la sua posizione resta delicata a causa di un’accusa di violazione della legge elettorale del 1960. Secondo gli inquirenti, in occasione delle elezioni amministrative del 2021, Gallo, tra le altre cose, avrebbe tentato di raccogliere voti per le candidate Caterina Greco e Sonia Gagliano a lui vicine, promettendo al “collettore” un aiuto concreto per ottenere una visita specialistica e un intervento chirurgico in tempi brevi.

In una conversazione, Gallo avrebbe detto: "Questo ti costa 50 voti di preferenza... non sto scherzando se no... non chiedere più niente. Devo vincere... Mi devi dimostrare che ci siano i voti, se no ti tolgo il saluto."

Grazie a tali strategie, sia Greco che Gagliano sono state elette, ottenendo rispettivamente 857 e 244 voti.

È importante sottolineare che né Caterina Greco né Sonia Gagliano risultano indagate nell'ambito di questa inchiesta.

L’accusa, se confermata, getterebbe un’ombra pesante sull’ex politico, il quale attualmente è sottoposto alla misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi in associazioni e imprese e al divieto di esercitare pubblici uffici.

Per Roberto Fantini è invece in vigore il divieto temporaneo di esercitare attività di impresa, un provvedimento che sottolinea la gravità delle accuse mosse nei suoi confronti e il ruolo che avrebbe avuto nel facilitare l’inserimento della criminalità organizzata negli appalti pubblici.

Il numero di imputati è leggermente sceso rispetto ai 35 inizialmente coinvolti nella chiusura delle indagini, ma il quadro che emerge resta inquietante.

L’inchiesta Echidna ha acceso i riflettori su un sistema collaudato di corruzione e collusioni che avrebbe consentito alla 'ndrangheta di penetrare il tessuto economico e politico del Piemonte, con un impatto significativo sugli appalti pubblici. Se il giudice accoglierà la richiesta della DDA di Torino, il processo potrebbe rivelare ulteriori dettagli su un meccanismo di potere che per anni ha garantito vantaggi economici a imprenditori legati alla mafia, mentre la politica chiudeva un occhio o, nel peggiore dei casi, giocava un ruolo attivo nella spartizione delle risorse pubbliche.

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