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Decreto Milleproroghe, l’allarme di Confartigianato: “Costi, tempi stretti e confusione. Così si mette in crisi il mondo artigiano”

Confartigianato denuncia l’insostenibilità dei tempi e dei costi per l’adeguamento alle nuove polizze contro i rischi catastrofali

Decreto Milleproroghe, l’allarme di Confartigianato

Giorgio Felici (foto di repertorio)

Tempi strettissimi, costi elevati e un nuovo obbligo assicurativo che rischia di diventare l’ennesimo balzello a carico delle imprese artigiane: è questa la denuncia lanciata da Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, a pochi giorni dalla scadenza fissata dal Decreto Milleproroghe.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 febbraio 2025, il Decreto del 30 gennaio 2025, n. 18 introduce il “Regolamento recante modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali”, attuando la legge 30 dicembre 2023, n. 213. Il decreto è entrato in vigore il 14 marzo, e il termine ultimo per la stipula delle polizze assicurative è fissato per il 28 marzo 2025.

Una corsa contro il tempo che preoccupa le micro e piccole imprese artigiane, già alle prese con una congiuntura economica complessa. Grande difficoltà per le imprese locali nell’adempiere agli obblighi assicurativi entro i tempi prestabiliti, che risultano estremamente limitati”, afferma Felici.

Il cuore della questione è duplice: da un lato la mancanza di chiarezza sui contenuti del decreto, dall’altro l’impatto economico per le aziende. “È fondamentale – prosegue Felici – che gli imprenditori artigiani siano informati in modo coerente su quali siano gli eventi coperti, i beni assicurabili, le scadenze e le modalità di risarcimento in caso di calamità naturali”.

Non si tratta solo di una questione tecnica, ma anche sociale e politica. “Le nostre imprese – sottolinea Felici – hanno già subito gravi danni a causa di calamità naturali e della cattiva gestione del territorio. È giusto garantire una copertura assicurativa, ma deve essere efficace, sostenibile e soprattutto chiara.

Confartigianato Imprese ha chiesto una proroga, ma secondo Felici la richiesta è caduta nel vuoto. “Il tempo non basta né per le imprese né per le compagnie assicurative, chiamate a gestire un enorme carico di nuovi contratti in pochi giorni. E nel frattempo – aggiunge – permane un velo di ambiguità perfino sulla definizione di catastrofe naturale, che genera ulteriore confusione e allarmismo.

Sul piatto ci sono anche i costi stimati, che si aggirerebbero attorno a 1,7 miliardi di euro. “Un ulteriore onere economico – conclude Felici – che pesa su un comparto già fragile. Gli artigiani non possono essere lasciati soli. Il decreto nasce con l’intento di proteggere, ma rischia di schiacciare chi, ogni giorno, tiene in piedi il tessuto produttivo del Paese”.

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