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23 Marzo 2025 - 16:32
Cane e macchina
Altro che sanità pubblica, crisi abitativa o trasporti da incubo. Ad Ivrea la vera frontiera della politica sarà il DNA delle deiezioni canine. L’inciviltà urbana, evidentemente, ha trovato il suo antagonista scientifico: la profilazione genetica dei cani. Ebbene sì, si parla di schedare tutti i fido eporediesi per poi stanare – come in un thriller distopico – il proprietario che ha osato lasciar marcire una cacca sul marciapiede.
La proposta – attenzione: vera, documentata, nero su bianco – sarà discussa martedì 25 marzo in Consiglio comunale. A firmarla, con fierezza degna di un Nobel per l’Igiene Urbana, è Andrea Cantoni, capogruppo della lista “Giorgia Meloni per Cantoni Sindaco - Fratelli d’Italia - Eporedia Futura – Lega – Forza Italia – Forza Ivrea” (una coalizione così inclusiva che manca solo Voldemort). Al suo fianco Massimiliano De Stefano (Azione - Italia Viva) e Paolo Noascone (Sertoli Sindaco), perché davanti alla pupù incivile, la politica si unisce come non mai.
Ma torniamo all’epocale innovazione. Il concetto è semplice: raccogliere campioni di DNA da tutti i cani, creare un database e, in caso di deiezione abbandonata, farla analizzare in laboratorio per risalire al colpevole.
Tipo “ris” ma con più peli. Il modello c’è: Carmagnola, dove pare che il metodo funzioni e le strade brillino come specchi.
Là, dove i cani sanno di essere sotto osservazione genetica, adesso si trattengono.
Insomma, non basta più l’agente di Polizia Municipale con il taccuino: ora servono provette, reagenti, un laboratorio, e magari anche una bella app per tracciare in tempo reale i percorsi digestivi dei quadrupedi.
Nel documento, si legge che “la pulizia delle vie cittadine è fondamentale tanto per la qualità della vita quanto per la promozione turistica”.
E ci mancherebbe. Chi non sogna un soggiorno a Ivrea per ammirare i sanpietrini lindi grazie al sequenziamento genetico canino? Altro che il Carnevale o la storia olivettiana: il futuro del turismo eporediese passa per il genoma della cacca.
Intanto si pongono interrogativi inquietanti: Chi conserva i dati genetici dei cani? Dove finiscono? Cosa succede se vengono hackerati? Ci sarà un garante della privacy… canina?
Sì, perché una volta aperta la porta al Grande Fratello Zoologico, tutto diventa possibile. E se domani si scopre che un cane è imparentato col cane di un consigliere comunale? Che succede? Si chiede il conflitto d’interesse? Si invoca la Carta di Pisa… per i beagle?
E i costi? Si parla di “analisi genetiche”, mica di un selfie col cane. Quanto costerà ogni “campione”? Cinquanta euro? Cento? Mille? E poi: chi garantisce che non sia l’ennesimo balzello nascosto sotto una foglia di fico legislativa?
La città, naturalmente, si dividerà. Da un lato i giustizialisti del guinzaglio: Chi sporca, paga. Anche se non colto in flagranza. Dall’altro i garantisti del sacchetto: Non è giusto pagare per colpe altrui, e poi il mio cane è regolare!
In mezzo, come sempre, c’è il buonsenso. Che suggerirebbe magari di aumentare i controlli, installare più dispenser di sacchetti, sensibilizzare, magari punire sul serio chi viene beccato, senza montare un’indagine genetica per ogni cacchetta abbandonata in via Miniere.
Tant'è! Ce ne faremo una ragione. Sappiate tutti però che mentre l’ospedale agonizza, il treno è in ritardo cronico e i topi ballano tra i bidoni, il Consiglio comunale si prepara a votare il Codice Canino di Norimberga.
Perché Ivrea, ormai è chiaro, non è una città. È un laboratorio a cielo aperto, dove l’utopia della città pulita passa per la distopia del cane profilato.
Benvenuti nel futuro. E ricordate: non è il vostro cane a essere osservato. Siete voi.
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