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20 Marzo 2025 - 16:30
Antonia Mussa e Giuseppe Marra
La 48enne Antonia Mussa sarà la prima donna a ricoprire la carica di presidente del Tribunale di Ivrea. La Quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha proposto la sua nomina all'unanimità, un passaggio formale che anticipa l'ufficializzazione del suo incarico da parte del Plenum, l'assemblea generale dell'organo costituzionale.
La novità che ha sbloccato la situazione riguarda Giuseppe Marra, magistrato attualmente in servizio presso l'Ufficio del Massimario della Cassazione ed ex consigliere togato del Csm.
Marra ha infatti ritirato la propria candidatura alla presidenza del Tribunale eporediese. Una mossa che ha avuto il sapore di una soluzione diplomatica, visto che il magistrato è destinato con ogni probabilità a dirigere il Tribunale di Aosta, dove la sua nomina è già stata proposta all'unanimità.
Marra era stato inizialmente escluso dalla procedura per la presidenza di Ivrea per un motivo che definire assurdo sarebbe un eufemismo: aveva superato di sei righe il limite delle dieci pagine previste per l'autorelazione. Sei righe di troppo e addio candidatura.
L'esclusione, motivata dal rigido rispetto delle norme formali, aveva scatenato un contenzioso che si è trascinato per mesi. Marra, assistito dagli avvocati Filippo Lattanzi e Claudia Ciccolo, ha fatto ricorso, ottenendo ragione sia dal Tar del Lazio che dal Consiglio di Stato. Entrambi i gradi di giudizio hanno stabilito che il piccolo sforamento non poteva essere un motivo valido per escluderlo dalla procedura. Ma ormai il danno era fatto.
La decisione del Tar e del Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto iniziale, imponendo al Csm di riconsiderare la candidatura di Marra. Ma nel frattempo la commissione aveva già individuato in Antonia Mussa il nome più adatto alla guida del Tribunale di Ivrea, e il ritiro di Marra ha definitivamente spianato la strada alla magistrata torinese.
A contendersi la presidenza del Tribunale di Ivrea, inizialmente, erano stati quattro magistrati: oltre a Mussa e Marra, avevano presentato domanda anche Rossella Atzeni e Marco Ciccarelli, che però hanno poi rinunciato alla nomina. Alla fine, il nome di Mussa è stato selezionato nella riunione del 18 settembre della Quinta Commissione del Csm, che ha evidenziato nella sua relazione ufficiale la preparazione trasversale della magistrata torinese, con un'ampia esperienza sia nel settore civile che in quello penale.
Antonia Mussa, 47 anni, ha iniziato la sua carriera come giudice presso il Tribunale di Crotone dal 2011 al 2014, per poi passare alla Corte d'Appello di Torino dal 2014 al 2019 e infine al Tribunale di Torino, dove ha prestato servizio fino a oggi. Secondo la relazione del Csm, Mussa si è distinta per la serietà dell'approccio professionale e per la capacità di instaurare rapporti corretti e collaborativi con tutti gli attori del circuito processuale, contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo. La sua nomina, quindi, viene descritta come un passaggio naturale, dettato dalla competenza e dall'esperienza accumulata negli anni.
L'iter di nomina si è trascinato per mesi a causa del contenzioso innescato dal caso Marra. In realtà, l'immissione in ruolo di Antonia Mussa come presidente era già stata programmata per lunedì 4 novembre 2024 alle 9:30, ma l'intera procedura era stata sospesa in attesa dell'esito del ricorso. Ora, con il ritiro di Marra, il Tribunale di Ivrea, rimasto senza presidente per mesi, può finalmente voltare pagina e riprendere l'attività con una guida stabile.
La nomina di Mussa porta con sé un altro elemento significativo: con lei, la guida del Tribunale di Ivrea diventa tutta al femminile. Alla presidenza della sezione penale c'è già Gabriella Viglione, la procuratrice generale presso la Corte d'Appello è Lucia Musti, mentre alla guida del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati eporediese c'è Patrizia Lepore. Un segnale di cambiamento in un settore dove le donne hanno spesso faticato a emergere nei ruoli apicali.
La vicenda di Giuseppe Marra, escluso per sei righe di troppo e poi riammesso con il verdetto del Consiglio di Stato, resterà probabilmente un caso da manuale sulle rigidità burocratiche del sistema giudiziario italiano.
Difficile immaginare che l'aggiunta di sei righe in un documento formale possa determinare l'esclusione di un magistrato con anni di carriera alle spalle. Eppure, nel Paese della burocrazia, succede anche questo.
Ma ora l'attenzione si sposta sul futuro del Tribunale di Ivrea, che con Antonia Mussa alla guida si prepara ad affrontare una nuova fase della sua storia.
Una fase che inizia con una certezza: almeno questa volta, nessuno è stato escluso per qualche riga di troppo.
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