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18 Marzo 2025 - 22:49
In foto: Massimiliano De Stefano, il sindaco Matteo Chiantore e il Prefetto di Torino Donato Cafagna
Rapine, furti, spaccio. Ivrea alza la voce. Duemila firme per chiedere più luce, più telecamere, più forze dell’ordine e, di conseguenza, più sicurezza.
I commercianti e i cittadini di Ivrea e dei comuni limitrofi hanno detto basta, mettendo nero su bianco le loro preoccupazioni con una petizione che è arrivata, forte e chiara, sulla scrivania del sindaco.
Matteo Chiantore quando l'ha vista non ha perso tempo… o almeno, così sembra.
"La cosa per me è molto semplice - ci dice - Oggi stesso ho preso la petizione e, ritenendo il tema della sicurezza di competenza del Prefetto, gliel’ho inviata con una nota. Gli ho scritto: ‘Ricevo questa petizione da parte di commercianti e cittadini eporediesi e residenti nei comuni limitrofi. Mi metto a disposizione per collaborare per tutte quelle che sono le competenze di questa amministrazione, come la videosorveglianza…’”.
E proprio sulla videosorveglianza, il sindaco annuncia che lunedì è previsto un sopralluogo con un’impresa per l’installazione di una decina di telecamere nei punti più critici della città: via Arduino, piazza Maretta, il Boghetto, piazza Lamarmora, corso Nigra e il Movicentro.
Un’azione concreta? Sì, ma con una precisazione: il sopralluogo era già in programma da tempo e non è una risposta diretta alla petizione. Una precisazione inutile? Non tanto, considerando che c'è ancora nell'aria quella parolina (percezione) pronunciata qualche tempo fa e che le fa ancora girare come un ventilatore. E non stiamo parlando di "pale".
Fin qui, tutto bene. Un sindaco che si muove e che cerca interlocutori istituzionali per ottenere risposte concrete. Ma c'è un ma... Tra le righe, Chiantore non risparmia una stoccata sulla scelta di coinvolgere il Consiglio comunale, lasciando intendere che potrebbe trattarsi di una mossa più politica che sostanziale.
"Le istanze dei cittadini devono essere prese in considerazione", dice.
"A mio giudizio era più giusto che la petizione fosse inviata al Prefetto e al sindaco, e non al Consiglio comunale” precisa.
Insomma, il dubbio, almeno nella sua visione, è che qualcuno stia guidando la protesta strumentalmente.
A questa osservazione non poteva che rispondere l’unico possibile imputato, Massimiliano De Stefano, consigliere comunale e, guarda un po’, commerciante, quindi parte in causa sia come politico che come firmatario della petizione.
"Il Consiglio è il luogo giusto per discutere di tutti i problemi della città", ribatte, "È il luogo in cui, di fronte a una maggioranza, la giunta si impegna a lavorare su un certo fronte. Non capisco perché non lo si sarebbe dovuto coinvolgere… Il sindaco deve smetterla di buttarla in vacca tutte le volte che c’è un consigliere comunale che raccoglie le istanze dei cittadini. Le raccolga lui e le faccia proprie se è in grado… Lo facciano i consiglieri di maggioranza. Siamo stati eletti per questo, non per fare i notai…”.
E ancora non basta: "Apprendo che è intenzione del sindaco installare una decina di telecamere. La notizia mi rincuora considerando che, nel rispondere ad una nostra richiesta in consiglio comunale aveva sostenuto che costavano troppo e il Comune non se le poteva permettere...".
Il sindaco, comunque, insiste: “In questi mesi i contatti tra me, il Prefetto, il Questore e la Polfer sono stati periodici e costanti. Ho sempre richiesto un supporto maggiore…”.
Aggiunge di aver chiesto al Prefetto di convocare i promotori della petizione per un confronto.
Resta il dilemma: questa petizione porterà davvero a un cambio di rotta? O si trasformerà in carta da archiviare negli uffici di Prefettura, Questura e Comune?
Una cosa è certa: le telecamere arriveranno. Basteranno a far sentire più sicuri commercianti e cittadini?
Ai firmatari della petizione l’ardua sentenza, pronti a scendere in piazza…
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