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Satispay minimizza la protesta: "Nessuna rivolta, il nostro modello è sostenibile"

L’azienda risponde alle critiche degli esercenti, difendendo la nuova commissione dell’1% e sostenendo che la maggior parte dei commercianti abbia accettato il cambiamento. Ma i ristoratori delle Valli di Lanzo non ci stanno

Satispay minimizza la protesta: "Nessuna rivolta, il nostro modello è sostenibile"

Satispay

Dopo l'ondata di proteste scatenata dall'introduzione della commissione dell’1% su ogni transazione, Satispay ha deciso di prendere la parola. L'azienda, in una lettera inviata alla nostra redazione, contesta la narrazione di una “rivolta” tra i commercianti, minimizzando il dissenso e difendendo la sua scelta.

Secondo quanto scritto dall’ufficio stampa di Satispay, gli esercenti che hanno espresso malcontento sarebbero meno dell’1% del totale, e solo lo 0,1% avrebbe manifestato l’intenzione di chiudere il contratto. Non solo: l'azienda afferma che il tasso di nuovi ingressi nel circuito starebbe addirittura migliorando con il nuovo pricing, segno – a loro dire – che la modifica risponde alle esigenze del mercato.

La piattaforma, che conta oltre 400 mila commercianti aderenti (e non 350mila, come precedentemente riportato), respinge con decisione l'accusa di voler "scaricare i costi" sugli esercenti. A detta loro, il nuovo modello tiene conto di servizi aggiuntivi, tra cui buoni pasto e buoni acquisto Satispay, strumenti che – sottolineano – vengono accreditati subito, senza i lunghi tempi di attesa previsti da altri operatori.

Per quanto riguarda il nuovo schema di commissioni, Satispay spiega che il vecchio modello già prevedeva un costo fisso di 20 centesimi per pagamenti sopra i 10 euro. In questa fascia, quindi, la percentuale di trattenuta oscillava già tra l’1% e il 2%, a seconda dell’importo dello scontrino. Con la nuova formula, invece, la percentuale diventa fissa, ma viene compensata – sostengono – da servizi aggiuntivi che porterebbero più valore agli esercenti.

Satispay

Nonostante queste precisazioni, il malcontento non sembra placarsi tra chi si sente tradito da una piattaforma che in origine si era presentata come alternativa alle commissioni bancarie. Alcuni esercenti delle Valli di Lanzo, tra cui Fabrizio Angeli del ristorante Il Vecchio Borgo di Mezzenile, continuano a vedere in questa mossa un cambio di rotta penalizzante, soprattutto per chi lavora con margini stretti.

La questione rimane aperta: sarà davvero il mercato a decidere, come afferma Satispay? Oppure gli esercenti insoddisfatti riusciranno a farsi sentire, forzando l’azienda a una marcia indietro? L’unica certezza, per ora, è che il dibattito è tutt’altro che chiuso.

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