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13 Marzo 2025 - 15:31
Fabrizio Angeli di Mezzenile
Quando ha aperto la sua casella di posta e ha letto l’email di Satispay, Fabrizio Angeli, titolare de Il Vecchio Borgo, ristorante di Mezzenile nelle Valli di Lanzo, non ci ha più visto.
Una commissione dell’1% su ogni transazione, a prescindere dall’importo?
Un altro colpo basso per chi lavora dalla mattina alla sera. Un’altra tassa mascherata da innovazione.
Lui, come tanti altri commercianti, si alza all’alba, si rimbocca le maniche, e si fa un sedere grande come una casa per garantire qualità e accoglienza ai suoi clienti. E ora deve fare i conti con l’ennesima batosta, servita con la solita retorica del "migliorare l’esperienza".
"Prima ti coccolano, poi ti bastonano…", scrive Angeli. "Vogliono scaricare i costi sulla pelle degli esercenti…".
La novità? C'è che Satispay, l’app che si vantava di stare "dalla parte degli esercenti", ha cambiato le regole. Ora, con oltre 350.000 commercianti che hanno adottato il sistema e più di 5 milioni di clienti che lo usano quotidianamente, la piattaforma ha deciso che è arrivato il momento di fare cassa.
Chi paga? Ma è ovvio, i commercianti. Quelli che per anni hanno creduto a un servizio che prometteva un futuro senza commissioni, e che ora si ritrovano con un prelievo fisso su ogni transazione. Un vero e proprio tradimento, che si fa sentire ancora di più su chi lavora con margini ridotti.
"Siete diventati grandi grazie a condizioni particolarmente vantaggiose", denuncia Angeli, "ma ora che l’uso del sistema si è diffuso notevolmente, cambiate le condizioni ai commercianti. Nella nostra zona ho potuto appurare lo stesso disappunto di molti esercenti".
La sua richiesta è chiara: "Le banche offrono commissioni più basse e, sotto i 10 euro, non ci fanno pagare nulla. È vero che dobbiamo sostenere il costo del POS, ma almeno quello lo abbiamo perché la legge ci obbliga! Se non cambiate le condizioni, chiuderò il mio contratto con voi entro il 31 maggio 2025".
Una mail di fuoco, inviata anche ad alcune testate giornalistiche, che mette a nudo la realtà: "Le banche fanno di meglio".
Ed è difficile dargli torto. Per pagamenti inferiori ai 10 euro, le commissioni bancarie sono zero. Con Satispay, invece, il prelievo è garantito. Un affare d’oro… per loro!
"Se davvero siete dalla parte degli esercenti, dimostratelo", scrive ancora Angeli. "Altrimenti, grazie e arrivederci".
Nel frattempo, la protesta si allarga. Sempre più commercianti stanno valutando l’ipotesi di disdire in massa il servizio, mandando un segnale chiaro all’azienda: "non siamo qui per farci prendere in giro".
Se davvero gli esercenti decidessero di boicottare Satispay, la piattaforma potrebbe trovarsi in difficoltà. La fiducia è la vera moneta in questo gioco, e una volta persa, è difficile recuperarla.
L’azienda prova a giustificarsi: "Abbiamo introdotto nuovi servizi per migliorare l’esperienza".
Ah, certo! Perché ogni commerciante si sveglia la mattina con il desiderio di pagamenti offline e addebiti differiti. Peccato che nessuno di loro li abbia mai chiesti! E, soprattutto, peccato che nessuno abbia mai chiesto di pagare di più per ottenerli.
E ora? I commercianti delle Valli di Lanzo non stanno a guardare. I POS bancari si rivelano più convenienti, mentre altri potrebbero rispolverare il caro vecchio contante, facendo un piccolo favore a Satispay: sparire dai loro negozi.
La verità è che la "rivoluzione" promessa da Satispay si sta rivelando un’illusione. Gli esercenti hanno creduto in un sistema che ora li sta tradendo, e non hanno intenzione di farsi mettere i piedi in testa.
La palla passa all’azienda: correggerà il tiro o farà finta di niente?
Una cosa è certa: se gli esercenti si organizzano, questa potrebbe essere la Caporetto dell’app che voleva cambiare il mondo e pure i pagamenti in Italia.
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