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14 Marzo 2025 - 11:14
Ludovica Vavassori
Ci sono luoghi che sembrano quasi sussurrare il loro passato a chi sa ascoltare. Non sono le grandi città o le imponenti architetture a custodire le storie più autentiche, ma spesso sono i piccoli angoli nascosti, quelli che sfuggono all'occhio distratto, a serbare i tesori più preziosi. E la frazione Carolina di Caluso non fa eccezione: un microcosmo di incontri, decisioni e trasformazioni che hanno segnato la vita del Canavese.
All'estremità meridionale del territorio calusiese, tra le vaste distese della pianura padana, si trovano antichi cascinali sparsi, testimoni silenziosi di secoli di lavoro e dedizione alla terra. Tra queste terre, spicca la zona delle Moglie, il cui nome deriva dal piemontese "le moje", radicato nel latino "moglium", con il significato di "luogo umido". Un'area che un tempo appariva come una distesa paludosa, finché la costruzione del Canale di Caluso nel XVI secolo non ne trasformò la morfologia, rendendola fertile e coltivabile.
Carolina non è solo una frazione: è un punto di riferimento storico. Già sotto il dominio napoleonico segnava i confini dell'"arrondissement" di Chivasso, divenendo poi un'estremità della provincia di Ivrea nel Regno di Sardegna. I suoi possedimenti furono per secoli nelle mani dei Conti Valperga Masino Costa della Trinità, e proprio il Conte Carlo, con un gesto carico d'amore e memoria, intitolò la tenuta alla figlia Carolina, scomparsa prematuramente. Un nome che ancora oggi risuona tra i vecchi cascinali, portando con sé l'eco di una storia nobiliare intrecciata con la quotidianità rurale.
Il Presidente Cesare Cianciolo
Il logo
Passeggiando tra le sue stradine, si possono ancora scorgere i segni di quel passato glorioso: il casale a pianta quadrata, la Chiesa di San Carlo al centro della borgata, le mura perimetrali attraversate da archi che raccontano di un tempo in cui la vita pulsava intorno ai ritmi della terra e della fede. Qui, era tradizione per la famiglia feudale celebrare la prima comunione del secondogenito, e ancora oggi, una targa ricorda il giorno in cui il giovane Brucco di Castellamontericevette il sacramento nei primi decenni del Novecento.
Ma Carolina non è solo un pezzo di storia incastonato nel passato. È un luogo che ha saputo rinnovarsi e mantenere viva la sua identità. "Questa piccola frazione, negli anni, si è sempre distinta per la sua vivacità: dalle celebrazioni di San Carlo Borromeo alla Festa dell'Uva di Caluso, dove le sue ninfe hanno segnato una striscia vincente negli anni '90", sottolinea il Presidente Cesare Cianciolo.
Eppure, all'inizio degli anni 2000, sembrava che il fuoco dell'entusiasmo si fosse spento. Il comitato festeggiamenti si era sciolto e le tradizioni rischiavano di svanire nel tempo. Ma nel 2012, un gruppo di giovani provenienti dai comuni vicini ha riacceso quella fiamma, prendendo in mano le redini delle associazioni locali e portando avanti il lavoro iniziato da Franco Actis Alesina, all'epoca presidente della frazione.
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Quella rinascita è stata una dichiarazione d'amore per Carolina. "Dopo dieci anni di silenzio, la comunità ha ritrovato il suo spirito. Siamo tornati a festeggiare il Santo Patrono, a distribuire i fagioli grassi a Carnevale e a creare eventi nuovi come la cena sotto le stelle, organizzata tra gli archi suggestivi della frazione", racconta con orgoglio Cianciolo. E non si tratta solo di celebrazioni locali: Carolina ha rafforzato il suo ruolo nella comunità più ampia, partecipando attivamente alla vita sociale di Caluso e contribuendo all'organizzazione della grande Festa delle Frazioni, che ogni giugno anima il Parco Spurgazzi.
Un impegno che ha portato frutti visibili: Carolina si è imposta alla Festa dell'Uva con risultati straordinari. Due volte miglior gruppo, due volte miglior carro, due vittorie nel Trofeo il Boccio e altrettanti trionfi nel palio dei bambini. Ma più dei premi, ciò che conta è la passione con cui questo gruppo porta avanti una tradizione, rafforzando il senso di appartenenza e dimostrando che anche una piccola frazione può essere un grande cuore pulsante.
Dal 2024, la frazione ha una nuova ambasciatrice: Miss Carolina, Ludovica Vavassori, simbolo di una comunità che non smette di credere nei valori genuini dei rapporti umani. Perché Carolina non è solo un nome su una mappa: è un'eredità di storia, cultura e passione, che continua a vivere nel sorriso di chi la ama.
Il comitato di Carolina al completo con la Miss Ludovica Vavassori
Lo spirito di Carolina grazie al valore di squadra
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