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12 Marzo 2025 - 12:35
Vittorio Sgarbi racconta la sua malattia: "Mi sento come un treno fermo in una stazione sconosciuta"
Vittorio Sgarbi, noto per il suo carattere energico e la sua costante presenza nel dibattito culturale italiano, ha recentemente parlato della sua lotta contro la depressione, una condizione che lo ha colpito in modo inatteso e profondo. Il critico d’arte ha spiegato di vivere una fase di grande difficoltà, caratterizzata da stanchezza persistente, perdita di peso e una crescente fatica nel compiere anche le attività più semplici.
“Mi sembra di essere un treno fermo in una stazione sconosciuta” ha dichiarato, descrivendo la sensazione di smarrimento che accompagna questa malattia. Ha ammesso di trascorrere molto tempo a letto, una condizione lontana dalla sua immagine pubblica di uomo instancabile e sempre in movimento. Il suo racconto mette in evidenza quanto la depressione possa colpire chiunque, senza distinzioni di ruolo o notorietà.
Negli ultimi anni, il numero di persone affette da disturbi depressivi è in crescita, un fenomeno che non risparmia nessuna fascia sociale. Fattori come lo stress, l’isolamento e i ritmi frenetici della vita moderna contribuiscono a rendere questa condizione sempre più diffusa. Tuttavia, il tema della salute mentale resta spesso sottovalutato, nonostante i dati mostrino un incremento significativo dei casi. La decisione di Sgarbi di parlarne apertamente può contribuire a rompere il tabù che ancora circonda questa malattia e spingere più persone a chiedere aiuto.
La depressione è una delle principali cause di disabilità nel mondo e in Italia colpisce oltre 2,8 milioni di persone, pari al 5,4% della popolazione, secondo i dati ISTAT. Il Ministero della Salute sottolinea che i casi sono in aumento, con un’incidenza maggiore tra le donne e una preoccupante crescita tra i giovani.
La pandemia ha aggravato la situazione, aumentando il numero di persone che soffrono di ansia e depressione. La consapevolezza e l’accesso alle cure sono fondamentali: riconoscere i sintomi e rivolgersi a professionisti della salute mentale è il primo passo per affrontare questa condizione. Solo con un impegno collettivo si potrà garantire un adeguato supporto a chi ne soffre e promuovere una cultura che metta al centro il benessere psicologico.
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