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Politiche Sociali: la Regione Piemonte taglia fuori i Comuni. Proteste in Canavese

L'assessore Musso: "Scelta scellerata che danneggia il welfare"

Politiche Sociali: la Regione Piemonte taglia fuori i Comuni. Proteste in Canavese

Politiche Sociali: la Regione Piemonte taglia fuori i Comuni. Proteste in Canavese

Niente più fondi ai Comuni per le Politiche Sociali: saranno tutti accentrati nelle mani della Regione. Nessuna differenziazione in base alle esigenze delle singole località: l’assegnazione avverrà secondo criteri standardizzati.

La Regione Piemonte ritiene che i Comuni sperperino il denaro loro assegnato: per gestirlo creerà un nuovo ente. Non si sa ancora come sarà quest’ente destinato a risparmiare risorse, ma si sa quanto costerà il suo direttore: 100.000 euro all’anno. I Comuni – che versano regolarmente quote importanti del proprio bilancio ai consorzi socio-assistenziali – sono degli spreconi. La Regione, invece, non versa da due anni a tali consorzi le quote di sua spettanza.

A lanciare l’allarme è stato il delegato alle Politiche Sociali di Castellamonte Alessandro Musso. Al termine della seduta di lunedì 10 marzo, quando si è passati alle Comunicazioni del Sindaco che comprendono anche quelle di assessori e consiglieri, ha preso la parola. Forte del proprio impegno in campo sociale (fra l’altro è volontario della Croce Rossa da quando aveva 14 anni), ha esordito: “Volevo portare all’attenzione del consiglio un fatto che secondo me, secondo tutti noi della maggioranza, è molto, molto grave”.

Alessandro Musso

Non sapendo di cosa stesse per parlare, chi lo stava ascoltando si sarà probabilmente chiesto se si riferisse a qualche grave fatto di cronaca, se in città si fossero verificati di recente atti criminosi o truffe eclatanti. Nulla di tutto questo: il pericolo arriva dall’alto e riguarda il sostegno alle fasce sociali più deboli.

Ha quindi spiegato di cosa si tratta: “Circa una settimana fa l’assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone ed il consigliere di maggioranza Fabrizio Ricca avevano presentato un emendamento con il quale chiedevano in sostanza di stanziare fondi per un ente che definisco <ente zero per le Politiche Sociali>. Dico <zero> perché nemmeno loro hanno capito come sarà composto né come si chiamerà eppure, per chi andrà a dirigerlo, sono stati già stanziati addirittura 100.000 euro. Cito testualmente Marrone: ha dichiarato che la Regione non vuole più essere un bancomat per i Comuni e che secondo lui una gestione diretta del welfare servirà a ridurre le disomogeneità delle Politiche Sociali nella Regione. A nostro modo di vedere è a tutti gli effetti un tentativo di commissariamento rispetto ad una tematica molto sensibile, molto delicata e che - lasciatemelo dire! - gli enti locali conoscono meglio. Le necessità del welfare non sono uguali per tutti i Comuni, per le differenti zone, ed è impensabile poter gestire i fondi in maniera così ampia e sovraordinata”.

Trattenendo a stento l’indignazione, ha proseguito: “Trattiamo la Regione come un bancomat? Vi riporterò solo qualche dato. Nel 2024 Castellamonte ha versato al CISS 38 una somma di 317.424,84 euro di soldi propri, vale a dire 32 euro e 43 centesimi per ciascun abitante. Dal 2023 la Regione non manda ai consorzi socio-assistenziali i fondi che dovrebbe loro versare per le Politiche Sociali, costringendo tutti i 45 consorzi del Piemonte a continui Anticipi di Cassa con problemi non indifferenti per reperire le risorse e far quadrare i bilanci. Estromettere i Comuni dalla gestione accusandoli di non saper fare il loro mestiere, significa correre il rischio di assegnare meno fondi e di utilizzarli anche male - lo dicono persone ben più competenti di me - perché i soldi verranno probabilmente distribuiti ai consorzi in base al numero di abitanti e con obiettivi molto standardizzati, senza tener conto delle diversità locali. Non si riuscirà più ad offrire un aiuto puntuale ai cittadini dei territori.

Concludendo il suo intervento, Musso ha auspicato: “Spero, noi tutti speriamo, che anche gli altri Comuni prendano posizione rispetto ad una scelta assolutamente scellerata; i consorzi socio-assistenziali lo faranno sicuramente. Spero anche, lo spero veramente, che la Regione voglia tornare sui suoi passi rispetto ad una decisione che rovinerà in maniera imperdonabile le Politiche Sociali dell’intero Piemonte.

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