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11 Marzo 2025 - 22:06
Sara Disabato e Federico Riboldi
Il destino dell’ospedale di Lanzo è tornato al centro del dibattito politico con l’interrogazione presentata da Sarah Disabato (M5S) durante il question time in Consiglio regionale. La consigliera pentastellata ha denunciato il progressivo depotenziamento del presidio sanitario, che negli anni ha visto una riduzione costante dei servizi, lasciando la popolazione locale con un’assistenza sempre più limitata. Secondo Disabato, l’idea che l’ospedale di Ciriè possa compensare questa perdita è pura illusione: la struttura è già al limite e non può assorbire altri pazienti.
A fornire risposte è stato l’assessore regionale alla Sanità, Gian Luca Vignale, che ha elencato le tappe previste dal cronoprogramma dell’Asl To4. La Regione promette un rafforzamento della sinergia con Ciriè e una graduale ripresa delle attività: riapertura delle sale operatorie per interventi di ortopedia a bassa complessità, oculistica e terapia antalgica dal 10 aprile, riattivazione dell’ambulatorio di ecografia da metà marzo e riavvio degli ambulatori per scompenso cardiaco, Doppler e diagnostica per immagini dal 15 aprile. Entro giugno dovrebbero ripartire piccoli interventi di chirurgia generale, mentre più avanti si parla di un ritorno della pneumologia e della geriatria. Ma l’impressione è che si tratti più di un tentativo di arginare le proteste che di un vero potenziamento.
L’assessore Federico Riboldi ha poi ammesso la necessità di elevare il reparto di Medicina al rango di Struttura Complessa, promettendo di chiedere alla Giunta regionale una deroga normativa. Ma dopo anni di annunci e rinvii, la fiducia dei cittadini e degli operatori sanitari è ai minimi storici. L’ospedale è stato svuotato pezzo dopo pezzo e il Comitato di difesa dell’ospedale teme che queste mosse siano solo un’operazione di facciata per guadagnare tempo e placare il malcontento.
Il Movimento 5 Stelle, con Sarah Disabato e Alberto Unia, non nasconde il proprio scetticismo.
“Abbiamo già sentito queste promesse e sappiamo come è andata a finire: tagli e depotenziamento. Ora ci raccontano di un rilancio, ma i fatti ci dicono che l’ospedale di Lanzo è stato ridotto all’osso. Non ci accontentiamo di una riapertura a singhiozzo, vogliamo garanzie concrete”, ha dichiarato Disabato.
Anche Unia ha espresso forti dubbi sulla reale volontà della Regione di salvaguardare il presidio: “Non possiamo permettere che l’ospedale diventi solo una scatola vuota, buona per qualche inaugurazione elettorale. La sanità non può essere sacrificata sull’altare della propaganda”.
Il Comitato di difesa dell’ospedale non ha intenzione di abbassare la guardia e promette di vigilare sul rispetto degli impegni assunti. Troppe volte le parole sono rimaste tali, mentre i servizi venivano cancellati uno dopo l’altro. Il timore diffuso è che questa sia solo un’operazione cosmetica, utile per calmare le acque senza cambiare realmente il destino dell’ospedale. La Regione manterrà finalmente le promesse o ci troviamo di fronte all’ennesima messa in scena? I cittadini aspettano risposte, ma soprattutto fatti concreti
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