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11 Marzo 2025 - 01:23
Fabrizio Corona
L’ultimo bollettino medico diffuso dal Vaticano ha finalmente dato un segnale positivo: le condizioni del Santo Padre sono in miglioramento, la prognosi è stata sciolta e il decorso clinico lascia ben sperare per un recupero progressivo. Una notizia che ha rincuorato milioni di fedeli in tutto il mondo, in ansia per la salute di Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto da lontano, il Pontefice della semplicità e della misericordia.
Eppure, fino a poche ore fa, il clima intorno al suo ricovero era carico di tensione, sospetti e, in alcuni casi, persino cinismo.
Le voci si rincorrevano: Papa Francesco è morto?
I cardinali stanno già pensando al successore?
Una ridda di ipotesi che, come accade sempre nei momenti di incertezza, ha acceso il dibattito dentro e fuori le mura vaticane. Tra i più sicuri della sua dipartita c’era Fabrizio Corona, che senza alcuna prova aveva annunciato la morte del Pontefice, alimentando la macchina delle fake news e spingendo migliaia di utenti a credere che il Vaticano stesse nascondendo la verità.
La notizia del ricovero al Policlinico Gemelli, avvenuto a metà febbraio, aveva già messo in allarme il mondo cattolico. Una polmonite bilaterale in un uomo di 87 anni, già provato da problemi respiratori e di deambulazione, era un campanello d’allarme che non poteva essere ignorato.
“Il Papa non si riprenderà”, sussurravano alcuni. “È solo questione di giorni”, azzardavano altri, mentre in alcuni ambienti si parlava già delle manovre per il prossimo Conclave.
A Roma, nei corridoi del Vaticano, si racconta che alcuni cardinali abbiano iniziato a confabulare, a immaginare scenari futuri, a soppesare possibili successori. Nulla di apertamente dichiarato, ma è la storia stessa della Chiesa a insegnare che il potere ecclesiastico non si fa mai trovare impreparato di fronte all'inevitabile. Chi sarà il nuovo Pontefice? Un conservatore? Un altro riformista? Un Papa di transizione o un giovane cardinale pronto a rimettere in discussione tutto? Domande premature? Forse. Ma mentre Papa Francesco lottava con il respiro affannoso, mentre i medici lo sottoponevano a ossigenoterapia e antibiotici, qualcun altro iniziava a guardare oltre.
Ma Francesco non è uomo da arrendersi. Se il mondo già ne discuteva la successione, lui – dal letto d’ospedale – faceva ciò che ha sempre fatto: resistere. “Pregate per me”, ha chiesto ai suoi collaboratori, ai fedeli, a chiunque gli fosse vicino. E le preghiere sono arrivate. Da Piazza San Pietro, dove giorno e notte i pellegrini hanno recitato il Rosario per lui, alle chiese di tutto il mondo, dai conventi sperduti alle parrocchie di periferia.
Nel frattempo, i medici hanno lavorato senza sosta. Le prime ore erano state critiche: febbre alta, respiro sempre più corto, una generale debolezza che aveva allarmato lo staff sanitario. “Non possiamo permetterci errori”, avevano dichiarato fonti vicine al Vaticano. Ma col passare dei giorni, qualcosa ha iniziato a cambiare. La terapia ha dato i suoi frutti, il Santo Padre ha risposto positivamente ai trattamenti, e quel filo di speranza che sembrava spezzarsi si è fatto sempre più solido.
Francesco non era finito. Non era pronto a lasciare. E chi già immaginava il successore ha dovuto fare marcia indietro. Il Papa ha ripreso a camminare, ha partecipato alla Santa Messa con i medici e gli infermieri, ha chiesto aggiornamenti sugli affari della Chiesa. Insomma, è tornato a essere lui, il Pontefice che ha saputo scuotere le coscienze, che ha imposto una rivoluzione nella Chiesa, che ha affrontato scandali e resistenze interne senza mai fare passi indietro.
Ora, con il peggio alle spalle, resta una sola domanda: cosa farà Francesco quando tornerà in Vaticano?
Chi sperava di vederlo dimissionario, fiaccato dalla malattia, ha sottovalutato l’ostinazione di un uomo che ha fatto della resistenza il suo marchio di fabbrica. Non ha intenzione di lasciare, almeno non ora. E mentre la Chiesa tira un sospiro di sollievo, chi nel silenzio già progettava un nuovo papato dovrà mettere da parte le proprie ambizioni.
Il Papa è ancora qui. E non ha alcuna intenzione di farsi da parte.
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