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San Giusto Canavese: cittadini esasperati dai cattivi odori, nuova richiesta di controlli sull’allevamento avicolo

San Giusto Canavese affronta la questione dei cattivi odori con l'Arpa, coinvolgendo cittadini e amministrazioni locali.

Tavolo degli odori in Basso Canavese: la sfida dei cattivi odori e il ruolo dell'Arpa

A San Giusto Canavese si riaccende la polemica sui cattivi odori che, secondo i residenti, provengono da un grande allevamento di polli situato nel vicino comune di Montalenghe. La questione, già discussa in passato, è tornata al centro dell’attenzione a causa dei venti che hanno diffuso nuovamente l’odore nella zona, coinvolgendo anche San Giorgio Canavese.

La sindaca Giosi Boggio ha ricevuto oltre un centinaio di segnalazioni da cittadini esasperati, che lamentano una situazione insostenibile. Secondo i residenti, il problema è legato all’allevamento della ditta Mattioda, una struttura che negli anni è stata più volte contestata per il suo impatto sulla qualità della vita.

Nonostante le numerose proteste, i precedenti controlli dell’Arpa, dell’ASL TO4 e del nucleo forestale dei carabinieri non hanno rilevato violazioni alle normative ambientali. Tuttavia, vista la persistenza del problema, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale si è detta disponibile a ripetere le verifiche e ad avviare un confronto con i sindaci dei comuni coinvolti, convocando un “tavolo degli odori” a cui la sindaca di San Giusto auspica la presenza di alcuni cittadini per esporre direttamente le proprie preoccupazioni.

L’allevamento, inizialmente composto da due capannoni per 60mila polli, è stato ampliato fino a ospitare circa 300mila animali, destinati all’industria alimentare. Durante la fase di approvazione del progetto, era stato garantito che la struttura fosse un impianto all’avanguardia, capace di ridurre al minimo le emissioni odorose. Tuttavia, le proteste della popolazione sollevano dubbi sulla reale efficacia delle tecnologie adottate.A

La sindaca Boggio, dopo aver sollecitato più volte il comune di Montalenghe, ha ora coinvolto anche la Città Metropolitana, chiedendo un intervento del settore ambiente per valutare ulteriori soluzioni. La comunità locale attende risposte, mentre il problema continua a incidere sulla vivibilità della zona.

 

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