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09 Marzo 2025 - 11:31
Matteo Chiantore
Un autobus carico di 44 bambini della scuola Fiorana, un viaggio di istruzione, un incidente che per fortuna non ha causato feriti gravi. Ma anche tanta paura, ambulanze, sirene, lacrime e, soprattutto, genitori che hanno vissuto attimi di angoscia prima di sapere che i loro figli stavano bene. In mezzo a tutto questo, la dichiarazione rassicurante del sindaco Matteo Chiantore: "Bambini e maestre stanno bene, sono scesi col sorriso".
Un modo per tranquillizzare la cittadinanza o l’ennesimo tentativo di minimizzare un evento traumatico? Perché se da una parte è vero che nessuno si è fatto male, dall’altra è impossibile ignorare il carico emotivo di chi ha vissuto quei momenti. Laura Ferraro, madre di una delle bambine coinvolte, ha descritto una realtà ben diversa da quella dipinta dal primo cittadino: "Il bus che sbanda, i bimbi che urlano, un primo scontro, poi un altro, vetri che scoppiano, manine che sanguinano, l’autista imprigionato alla guida…". Scene tutt’altro che leggere, che lasciano segni indelebili nei piccoli passeggeri e nelle loro famiglie.
Non sorprende che sui social sia esplosa la polemica. In molti si sono riconosciuti nel racconto della Ferraro, mentre altri, come Mirko Garau, hanno difeso il sindaco, sostenendo che tranquillizzare sia un dovere di chi governa. Ma il punto è proprio questo: tranquillizzare non significa sminuire. Dire che i bambini sono scesi felici e sorridenti equivale a negare la paura vissuta, il panico di chi ha ricevuto la telefonata dell’incidente, le lacrime di chi ha aspettato di sapere se il proprio figlio stava bene.
E qui si arriva a un nodo centrale della questione. Non è la prima volta che il sindaco Chiantore affronta le criticità della città con un atteggiamento da "va tutto bene madama la marchesa". In passato, di fronte a problemi come la criminalità e il degrado urbano, ha sempre liquidato le denunce parlando di "percezioni", come se gli episodi di malvivenza fossero allucinazioni collettive di cittadini troppo suggestionabili dai media. Anche stavolta, davanti a un fatto reale, la sua prima reazione è stata quella di ridurre il tutto a un banale episodio senza conseguenze. Ma è davvero questa la leadership di cui ha bisogno una comunità?
Chi guida una città non dovrebbe negare le emozioni dei suoi abitanti, né tentare di riscrivere la realtà con frasi rassicuranti. Nessuno si aspettava che il sindaco piombasse all’ospedale per accertarsi di persona delle condizioni dei bambini, ma forse un po’ di empatia in più non avrebbe guastato. Perché, a volte, basterebbe semplicemente stare zitti per non esasperare ulteriormente chi ha vissuto un trauma.
Ma forse anche questa è solo una percezione.
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