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08 Marzo 2025 - 22:37
8 Marzo, giornata di lotta a Torino: corteo, azioni dimostrative e tensioni davanti alla Leonardo
Torino ha vissuto un’8 marzo di mobilitazione intensa, con oltre 5mila persone scese in piazza per il corteo transfemminista organizzato dal movimento Non una di meno. La giornata, iniziata con azioni dimostrative al Rettorato, in un ipermercato Carrefour e davanti alla sede della Leonardo, si è conclusa in serata in piazza Vittorio, dopo aver attraversato il centro cittadino.
Dietro lo striscione Lottiamo, boicottiamo, scioperiamo, il corteo partito da piazza XVIII Dicembre ha attraversato le vie della città, animato da slogan contro patriarcato, razzismo e precarietà. Durante il percorso sono stati accesi fumogeni e tracciate scritte con lo spray sui muri del centro. «Vogliamo camminare libere per strada, vogliamo lavoro, case, diritto allo studio. Questa è la sicurezza che chiediamo e non quella fatta da controlli e polizia», hanno dichiarato le attiviste dal microfono. «Se non lottiamo insieme come donne non andiamo avanti e può essere che torniamo indietro. Però insieme si va sempre avanti».
Non sono mancati momenti di tensione. Durante la mobilitazione, alcune attiviste hanno imbrattato con vernice rossa e viola la riproduzione di un aereo situata davanti alla sede della Thales Alenia, in strada Antica di Collegno, denunciando il ruolo dell’industria bellica nella produzione di armi. «Abbiamo sanzionato l’Alenia», ha dichiarato una speaker. I manifestanti hanno poi colpito l’ingresso della Leonardo, strappando teloni, abbattendo una sbarra del passaggio pedonale e lasciando scritte e manifesti.
Il sit in a Torino
Il sit-in davanti alla Leonardo si è caricato ulteriormente di tensione quando sono state lanciate uova di vernice contro il cordone delle forze dell’ordine. «Leonardo è complice del genocidio in Palestina», ha affermato una rappresentante del movimento, ribadendo il legame tra militarizzazione e patriarcato. All’azione hanno partecipato anche attivisti di collettivi studenteschi e transfemministi, che hanno denunciato la guerra come «massima espressione della società patriarcale».
La protesta si era già accesa in mattinata con un blitz all’interno di un ipermercato Carrefour, dove alcune decine di attiviste hanno esposto uno striscione, distribuito volantini e improvvisato comizi. L’azione ha unito la contestazione dell’8 marzo alla denuncia del carovita e del conflitto in Medio Oriente. Carrefour è stato accusato di «finanziare l’occupazione in Palestina» e di essere «complice dei crimini di Israele». La Digos ha monitorato la situazione, ma l’azione si è conclusa senza interventi delle forze dell’ordine.
Una giornata di lotta che ha visto migliaia di persone scendere in strada per ribadire con forza la necessità di un cambiamento, con una protesta che, al di là della data simbolica, vuole estendersi a ogni giorno dell’anno.
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