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Uccise il figlio adottivo a sprangate: condannato a sedici anni

La Corte d’Assise riconosce le attenuanti generiche e respinge la richiesta di risarcimento della parte civile

Uccise il figlio adottivo a sprangate

Uccise il figlio adottivo a sprangate: condannato a sedici anni

Sedici anni di carcere per Pierangelo Romagnollo, l’anziano pensionato di 81 anni accusato di aver ucciso con una sprangata alla testa il figlio adottivo quarantenne durante una lite avvenuta il 5 luglio 2024 a Roletto (Torino). La Corte d’Assise di Torino ha emesso la sentenza riconoscendo all’imputato le attenuanti generiche, che sono state considerate prevalenti rispetto alle aggravanti. Questo ha comportato una riduzione della pena rispetto alla richiesta dell’accusa, che puntava a una condanna più severa.

L’episodio si è verificato all’interno dell’abitazione dell’anziano, dove viveva anche la vittima. Secondo le ricostruzioni emerse durante il processo, il litigio tra i due sarebbe degenerato rapidamente, portando Romagnollo a colpire il figlio adottivo con una spranga di metallo. L’impatto è stato fatale. L’uomo, dopo l’aggressione, avrebbe tentato di prestare soccorso alla vittima, ma per il quarantenne non c’è stato nulla da fare. Le indagini hanno escluso la premeditazione, ma hanno evidenziato un rapporto teso tra padre e figlio, caratterizzato da frequenti discussioni.

La decisione della Corte ha inoltre rigettato la richiesta di indennizzo avanzata dalla zia della vittima, nonché madrina di battesimo, che si era costituita parte civile e aveva chiesto 70mila euro di risarcimento. Il rifiuto del risarcimento da parte della Corte ha lasciato aperti interrogativi, tanto che l’avvocato della parte civile, Davide Parlatano, ha dichiarato: “Non sappiamo perché la Corte ha rigettato la nostra richiesta di risarcimento, ma la condanna dimostra che la verità è stata accertata”.

Il legale ha anche sottolineato che l’aspetto più rilevante della sentenza è stato l’esclusione della legittima difesa, che avrebbe potuto ribaltare l’esito del processo. “Vicende come questa non hanno né vincitori né vinti, ma almeno la realtà dei fatti non è stata travisata”, ha aggiunto Parlatano, evidenziando come la decisione della Corte abbia confermato la responsabilità dell’imputato senza riconoscergli attenuanti legate a un’ipotetica aggressione subita.

La sentenza chiude un caso che ha scosso la comunità locale, lasciando aperti interrogativi sulle dinamiche della tragedia e sulle motivazioni che hanno spinto l’anziano a compiere un gesto così estremo. Le motivazioni della sentenza saranno rese note nei prossimi mesi e potrebbero fornire ulteriori dettagli su una vicenda giudiziaria che ha tenuto alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Nel frattempo, la difesa di Romagnollo sta valutando la possibilità di presentare ricorso in appello, nel tentativo di ottenere una pena ulteriormente ridotta.

Sedici anni di carcere per Pierangelo Romagnollo, l’anziano pensionato di 81 anni accusato di aver ucciso con una sprangata alla testa il figlio adottivo quarantenne durante una lite avvenuta il 5 luglio 2024 a Roletto (Torino)

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