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Carnevale di Ivrea

Toniotto a piedi: il mistero del cavallo fantasma

Una dimenticanza, un sabotaggio o un esperimento ecologico? Il marito della Vezzosa Mugnaia Silvia Grimaldi costretto a sfilare a piedi per ore. Solo l'intervento di un Ufficiale ha risolto il mistero del cavallo fantasma

Toniotto a piedi: il mistero del cavallo fantasma

Il Toniotto a piedi

A Ivrea, si sa, il Carnevale non è solo una festa, è una faccenda seria. Serissima. Guai a sbagliare un dettaglio, a dimenticare un gesto, a non rispettare la tradizione. Eppure, quest'anno, qualcosa è andato storto: il Toniotto, ovvero James Christian Hansen, marito della Vezzosa Mugnaia Silvia Grimaldi, per un paio d'ore la domenica si è ritrovato a piedi. Sì, avete capito bene: a piedi. Lui, che per tradizione sfila su un carretto come impone il rigido protocollo del Carnevale, si è ritrovato a camminare tra la folla. Uno spettacolo inedito, quasi surreale, che ha fatto sgranare gli occhi agli eporediesi più attenti. E ovviamente, si è subito scatenato il toto-motivo:

"Problemi con il cavallo", dicono alcuni. Altri, più maliziosi, mormorano che la Fondazione dello Storico Carnevale si sia semplicemente dimenticata del cavallo del Toniotto. Un dettaglio da poco, vero? Si organizzano mesi prima coreografie perfette, si gestisce la logistica di una battaglia delle arance con tonnellate di arance, si controllano perfino i bottoni dei …vestiti degli Ufficiali ma poi, il cavallo del Toniotto? Puff, scomparso. Un cavallo fantasma.

il toniotto

mugnaia

Il tutto è diventato ancora più grottesco quando la gente ha cominciato a chiedersi se il povero Toniotto fosse stato vittima di un sabotaggio o di un banale errore di organizzazione. C’è chi giura di aver visto lo staff della Fondazione disperato e attaccato al telefono cellulare con alcuni “stallieri”, cercando disperatamente una soluzione, mentre qualcun altro suggerisce che si sia trattato di un test sulla resistenza “più che fisica, mentale” del protagonista. Dopotutto, camminare tra la folla non è cosa da poco: servono resistenza, determinazione e soprattutto una buona dose di pazienza

La situazione, a un certo punto, è stata salvata da uno degli ufficiali a cavallo, che con un gesto degno di un'epica cavalleresca è sceso dalla sua bestia e ha detto: "Prendete il mio". Un sacrificio equino in piena regola, che ha finalmente restituito al Toniotto la dignità della sua sfilata. Un'immagine potente, quasi da romanzo storico: il cavaliere che cede il proprio destriero al marito di Violetta. Peccato che qui non siamo in un poema epico, ma a Ivrea, dove il Carnevale è sacro e ogni dettaglio deve essere perfetto. Ogni errore, ogni svista, ogni dimenticanza viene passata al microscopio e raccontata nei bar per i mesi successivi.

E così, mentre il Toniotto si riappropriava del suo posto a cavallo, la gente già discuteva: "Ma il cavallo c’era o non c’era?" "Possibile che nessuno si sia accorto prima?”. "E se fosse stata tutta una messinscena per attirare attenzione?”.

Del resto, il Carnevale di Ivrea non è solo una questione di arance e di tradizioni secolari, ma anche di racconti, pettegolezzi e piccoli incidenti che si trasformano in leggende.

Resta il mistero: cos'è successo davvero? Problemi tecnici? Disattenzione? Una prova generale per future sfilate ecologiche, con Toniotto a piedi per ridurre l’impatto ambientale del Carnevale, come pretende il sindaco Matteo Chiantore? Oppure un inedito rito d'iniziazione per il marito della Mugnaia, che prima di guadagnarsi il carretto deve dimostrare di sapersela cavare da solo tra la folla festante? Domande che forse resteranno senza risposta. Ma una cosa è certa: a Ivrea, il Carnevale è sacro, e ogni dettaglio conta. Anche un cavallo... soprattutto se nessuno lo ha trovato al momento giusto.

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