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Settimo, sicurezza a intermittenza: telecamere ovunque, ma l’illuminazione va e viene

Il Pd si autocelebra con D.A.Spo e videosorveglianza, ma nei quartieri i lampioni funzionano a giorni alterni. La città è più sicura o solo più sorvegliata?

Katia Albanese, Pd

Katia Albanese, Pd

Avanti con la sicurezza “di sinistra”! Ebbene sì, dopo sei mesi di secondo mandato, la consigliera Katia Albanese del Partito Democratico ci regala perle di saggezza su come garantire ordine pubblico e sicurezza in città. Qual è la formula magica? Telecamere, D.A.Spo e una spruzzata di buone intenzioni, perché il vero problema non è il degrado, le risse, gli atti vandalici o l’abbandono di certe zone della città: il vero problema è far sapere ai cittadini che il Pd si occupa di sicurezza.

Tutto scritto nero su bianco in un opuscolo recentemente diffuso dal partito sui primi sei mesi di governo della sindaca Elena Piastra al suo secondo mandato.

“Per deformazione professionale” – così la consigliera motiva il suo impegno sul tema – e per l’idea, altrettanto nobile, che una città sicura si costruisca con “un lavoro costante che mira a costruire e consolidare il senso di comunità”.

Certo, perché nulla crea comunità come i divieti d’accesso e i sistemi di videosorveglianza piazzati ovunque. Del resto, il D.A.Spo (quello pensato per tenere i violenti fuori dagli stadi, ma riadattato in chiave urbana) è diventato uno strumento indispensabile per impedire che le solite “specifiche categorie di soggetti” disturbino il decoro urbano. Quali siano queste categorie, non è dato sapere, ma il messaggio è chiaro: meglio che certe persone girino altrove.

E poi, le telecamere! L’eterna soluzione a tutti i mali. Perché se c’è una cosa che rassicura il cittadino, non è il vigile di quartiere o la polizia municipale, non è il controllo del territorio, non è la prevenzione, ma un occhio elettronico che tutto vede e (forse) tutto registra. "Garantire maggiore certezza e fiducia nelle istituzioni", scrive Albanese. Traduzione: se vi rubano la bici o vi vandalizzano l’auto, potrete sempre rivedere il video del colpevole mentre scappa indisturbato. Una soddisfazione impagabile.

Peccato che tra una telecamera e un D.A.Spo, la consigliera si sia dimenticata di nominare il degrado diffuso in città. Non una parola su piazze abbandonate, parchi in condizioni pietose, marciapiedi disastrati o la crescente percezione di insicurezza nelle periferie.

E soprattutto, silenzio totale sui quartieri con l’illuminazione che va e viene, con i cittadini costretti a fare slalom tra le buche al buio, mentre si affidano a improbabili lampioni intermittenti che danno alla città quell’atmosfera da thriller low-cost. Ma niente paura, perché le telecamere saranno lì a immortalare il momento in cui inciampate su un marciapiede sconnesso o vi trovate faccia a faccia con qualche balordo in un angolo poco illuminato.

E poi il colpo di genio finale: "La sicurezza è un tema di sinistra, a differenza di quello che vuole fare credere l’opposizione". Peccato che mentre il Pd si preoccupa di ribadire la propria superiorità morale, i cittadini abbiano una percezione un tantino diversa della sicurezza: basta farsi un giro di sera in alcuni quartieri che le telecamere non ce le hanno.

Insomma, dopo sei mesi di secondo mandato, il Pd di Settimo ci informa che tutto è sotto controllo, che la sicurezza è gestita e che il senso di comunità si costruisce con telecamere e ordinanze. Peccato che la città sembri pensarla diversamente.

katia Albanese

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