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Piemonte, sanità al collasso: gettonisti d’oro, ospedali in agonia

115 milioni di euro bruciati per medici e infermieri a gettone mentre il personale pubblico fugge. Ospedali al limite, turni massacranti e Regione immobile

Infermieri stanchi

Infermiere stanco (foto archivio)

La sanità piemontese affonda sempre più nel pantano del precariato dorato. Mentre i reparti ospedalieri si svuotano di personale stabile e i turni massacranti fiaccano chi ancora resiste nel pubblico, il sistema delle prestazioni a gettone continua a divorare risorse come un buco nero. Nel 2024 il Piemonte ha polverizzato 115 milioni di euro per medici e infermieri a gettone, conquistando un triste primato nazionale.

L'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino lancia l'allarme: il fenomeno sta letteralmente minando la tenuta del servizio sanitario pubblico. Ivan Buffalo, presidente dell'Opi, denuncia un sistema vizioso che si autoalimenta: più si pagano gettonisti con stipendi quadrupli rispetto ai dipendenti, più il personale ospedaliero lascia il servizio pubblico per inseguire guadagni più alti, aggravando la carenza strutturale di personale. "È una spirale distruttiva che drena soldi pubblici e impoverisce il sistema", avverte Buffalo.

Le cifre non lasciano scampo: nel 2021 le ASL piemontesi spendevano 51 milioni di euro per il personale a gettone; nel 2022 la cifra è salita a 76 milioni, nel 2023 ha toccato i 100 milioni e ora l'impennata fino a 115 milioni. Il Piemonte, in questa corsa allo sperpero, ha superato persino la Lombardia, da sempre regina delle privatizzazioni, che si ferma a "soli" 105 milioni. Al confronto, Emilia-Romagna e Veneto paiono virtuose, con spese rispettivamente di 29 e 15 milioni.

Secondo dati recenti, gli stipendi dei medici ospedalieri in Italia sono tra i più bassi d'Europa, con differenze che arrivano fino al 50% in meno rispetto ai colleghi francesi o tedeschi. Questo divario alimenta la fuga dal pubblico e l'espansione del fenomeno dei gettonisti. A peggiorare la situazione, la difficoltà di reclutare nuovi medici e infermieri a causa delle condizioni di lavoro sempre più insostenibili e della mancanza di incentivi.

Anche il Movimento 5 Stelle in Regione denuncia un'emorragia incontrollata di denaro pubblico. Sarah Disabato, capogruppo M5S a Palazzo Lascaris, insieme ai consiglieri Alberto Unia e Pasquale Coluccio, accusa il presidente della Regione Alberto Cirio di aver voltato le spalle a un problema che nel 2019 prometteva di risolvere. "Allora definì il fenomeno una follia e assicurò che avrebbe posto fine a questo sistema. Sei anni dopo la situazione è peggiorata in modo drammatico e il tema è scomparso dall'agenda del governatore".

Il risultato? Ospedali in affanno, personale pubblico sempre più scarso e costretto a turni estenuanti, mentre i gettonisti incassano cifre astronomiche per prestazioni occasionali. Secondo l'ANAAO Assomed, sindacato dei medici ospedalieri, si rischia il collasso della sanità pubblica nel giro di pochi anni se il fenomeno non verrà arginato.

L'idea di Buffalo di limitare il sistema dei gettoni solo ai dipendenti pubblici per coprire turni extra potrebbe arginare l'emorragia, ma serve soprattutto un riequilibrio strutturale: stipendi in linea con la media europea, meno favoritismi al privato e un piano serio per rilanciare la sanità pubblica.

Intanto, mentre gli ospedali arrancano e i pronto soccorso esplodono, il sistema dei gettoni continua a divorare milioni su milioni, alimentando una precarietà che rischia di far collassare definitivamente la sanità pubblica. La domanda sorge spontanea: il governo regionale intende risolvere il problema o continuerà a chiudere gli occhi davanti a questo disastro annunciato?

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