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Cronaca
24 Febbraio 2025 - 17:44
Le indagini sull’inseguimento e la violenta aggressione avvenuta nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 nel parcheggio del Rondolino proseguono senza sosta.
La polizia di Stato e la procura di Ivrea stanno vagliando ogni dettaglio per fare chiarezza su quanto accaduto e individuare tutte le responsabilità. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per ricostruire la dinamica dello scontro e stabilire chi abbia avuto un ruolo attivo nella brutale aggressione che ha lasciato due trentenni canavesani feriti, uno dei quali ancora ricoverato in ospedale con una mascella rotta e una ferita da taglio.
Dai primi rilievi emerge un quadro sempre più complesso. Il parcheggio del Rondolino si sarebbe trasformato in un campo di battaglia, con sgommate, vetri rotti e segni evidenti di un violento parapiglia. Ma è il movente a rimanere ancora avvolto nell’incertezza. La versione più accreditata parla di un litigio nato in un locale della zona di corso Vercelli e degenerato in una vera e propria caccia all’uomo in auto, culminata con il pestaggio. Tuttavia, la polizia sta cercando riscontri concreti per confermare o smentire questa ipotesi.
Gli investigatori hanno già acquisito le testimonianze delle vittime e nelle prossime ore procederanno con l’identificazione degli altri partecipanti. Al momento si parla di almeno sette persone coinvolte, ma il numero potrebbe salire. I cinque aggressori sarebbero tutti giovani della zona, alcuni già noti alle forze dell’ordine per episodi di violenza e disordini. La procura vuole capire se ci sia stata premeditazione o se si sia trattato di una rissa esplosa sul momento.
In parallelo, proseguono le indagini su altri episodi che nelle ultime settimane hanno scosso Ivrea.
Inutile negare che i fatti di Bellavista, le risse al Movicentro e l’episodio dell’ubriaco al Bennet stanno delineando un quadro di crescente tensione cittadina, che sta mettendo sotto pressione le forze dell’ordine e preoccupando i cittadini.
Il commissariato di Ivrea e Banchette sta lavorando per individuare eventuali connessioni tra questi episodi e valutare se dietro questa ondata di violenza ci sia un filo conduttore, a cominciare dal governo delle piazze di spaccio.
Nei prossimi giorni, gli inquirenti sentiranno formalmente i feriti per cristallizzare la loro versione e confrontarla con le immagini delle telecamere. Intanto, la città si interroga su quando questa spirale di violenza troverà un argine, mentre la Procura continua il suo lavoro per assicurare alla giustizia i responsabili di questo ennesimo episodio di cronaca nera.
A margine di tutto questo, torna alla mente una dichiarazione rilasciata qualche tempo fa dal sindaco Matteo Chiantore dopo un incontro con il Prefetto di Torino. In quell'occasione, il primo cittadino minimizzò le preoccupazioni sulla microcriminalità e sulle baby gang, liquidando il problema come una semplice questione di percezione. Alla luce degli ultimi eventi, viene da chiedersi se quella percezione non stia diventando una realtà sempre più concreta, evidente e, soprattutto, pericolosa.
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