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Torino, 4.000 ucraini bloccati dalla burocrazia

Ucraini in Italia, il rinnovo della protezione temporanea procede a rilento: migliaia ancora in attesa

Torino,  4.000 ucraini

Torino, 4.000 ucraini bloccati dalla burocrazia

A Torino sono oltre 4.000 i cittadini ucraini con protezione temporanea che si trovano in una situazione di stallo a causa del ritardo nei rinnovi del titolo di soggiorno. Da mesi non possono regolarizzare la propria posizione per via dell'assenza di indicazioni chiare sul procedimento da seguire, dopo l'inserimento della normativa europea nel decreto Milleproroghe.

Dalla giornata di domani, dieci persone al giorno potranno accedere agli uffici della questura per presentare domanda di rinnovo, ma i numeri sono esigui rispetto all'entità del problema. Se il ritmo non aumenterà, i rinnovi potrebbero protrarsi fino al 2026. L'assenza di un titolo di soggiorno valido si traduce in una serie di problematiche pratiche, dal diritto al lavoro all'accesso ai servizi sanitari.

Il presidente della commissione Segre del Comune di Torino, Ahmed Abdullahi, ha richiesto a questore e prefetto di intervenire per velocizzare il processo, proponendo una soluzione digitale che consenta il rinnovo automatico attraverso un'app o una certificazione semplificata.La situazione torinese non è un caso isolato. In tutta Italia, sono oltre 136.000 i cittadini ucraini sotto protezione temporanea, e una parte consistente di loro si trova nella stessa condizione di incertezza burocratica. Le questure delle principali città italiane stanno gestendo le richieste con modalità differenti, ma ovunque si registrano ritardi significativi.

A Milano, l'iter per il rinnovo ha preso avvio solo a febbraio, con prenotazioni che si accumulano a causa della carenza di personale e delle nuove direttive ministeriali ancora poco chiare. A Roma, la Prefettura ha annunciato una collaborazione con le associazioni di volontariato per supportare i richiedenti, mentre a Napoli la situazione è ancora più complicata, con attese che superano i tre mesi.

4000 cittadini ucraini bloccati dalla burocrazia

Il nodo principale riguarda la mancanza di una procedura standardizzata a livello nazionale, con ogni questura che interpreta in modo autonomo le disposizioni del decreto Milleproroghe. Inoltre, il sistema telematico del Ministero dell'Interno, utilizzato per la gestione delle richieste, non è stato ancora aggiornato per consentire l'invio delle domande in maniera centralizzata.L'assenza di un titolo di soggiorno valido non è un semplice problema burocratico, ma impatta profondamente sulla vita quotidiana delle persone coinvolte.

Senza il rinnovo del permesso, migliaia di rifugiati ucraini non possono accedere ai servizi sanitari nazionali, con il rischio di rimanere senza cure essenziali. Sul fronte lavorativo, molti datori di lavoro si trovano costretti a sospendere i contratti in attesa di una risoluzione della questione amministrativa, mettendo a rischio la stabilità economica di numerose famiglie.

Le associazioni umanitarie, come la Onlus Red Nova, stanno cercando di supportare i cittadini ucraini fornendo assistenza legale e burocratica, ma il problema richiede una risposta strutturale da parte delle istituzioni. "Non possiamo permettere che queste persone restino in un limbo per mesi o anni" - ha dichiarato un rappresentante della Onlus - "Chiediamo al Governo di accelerare le procedure e garantire un accesso equo ai diritti fondamentali".

Dopo le pressioni delle associazioni e delle amministrazioni locali, il Ministero dell'Interno ha promesso di affrontare il problema nei prossimi mesi, con la possibile introduzione di un sistema automatizzato per il rinnovo della protezione temporanea. Tuttavia, i tempi burocratici potrebbero allungarsi ulteriormente, aggravando la situazione di migliaia di persone.

Nel frattempo, la speranza è che le prefetture locali trovino soluzioni temporanee per velocizzare le procedure e ridurre i disagi. La comunità ucraina in Italia, che ha già affrontato il dramma della guerra e della migrazione forzata, attende risposte concrete per poter costruire un futuro con maggiore sicurezza e stabilità.

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