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19 Febbraio 2025 - 18:00
Certificato di idoneità alloggiativa, un ostacolo per i cittadini stranieri
La Giunta Comunale di Mathi ha approvato una delibera che definisce le modalità per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa, documento fondamentale per i cittadini stranieri che vogliono regolarizzare il proprio soggiorno e quello dei propri familiari.
La decisione è stata presa durante la seduta di giovedì 11 febbraio ed è in linea con le norme nazionali in materia di accoglienza. Secondo la legge, infatti, si stabiliscono alcuni parametri di idoneità abitativa uniformi per tutto il territorio italiano. In sostanza, tutti i cittadini stranieri che desiderano rinnovare o richiedere il permesso di soggiorno devono vivere in un alloggio che rispetti i requisiti igienico-sanitari stabiliti dalla legge. Non solo, la legge stabilisce anche un minimo di superficie abitabile per ogni membro della famiglia, cioè 14 mq ad abitante.
La Giunta ha inoltre deciso che il controllo di questi requisiti dovrà essere effettuato da un tecnico abilitato, che dovrà compilare e firmare la "Scheda di rilevazione immobile per idoneità abitativa". In mancanza di questo documento, il procedimento amministrativo sarà sospeso fino alla sua presentazione.
C’è però un problema che riguarda questo tipo certificato. Sono in molti, infatti, a criticare la norma nazionale, in quanto essa impone una differenza di trattamento tra cittadini italiani e non italiani. Infatti, bisogna ricordare che il certificato di idoneità abitativa è obbligatorio per mantenere una condizione di regolarità e quindi per lavorare. Questo sistema genera non poche difficoltà per molti lavoratori migranti che incontrano ostacoli nel rinnovare il permesso di soggiorno o nel regolarizzare la propria posizione lavorativa, semplicemente perché l’abitazione in cui vivono, magari da anni, non soddisfa i requisiti previsti dalla legge. Tuttavia, nessuna verifica viene effettuata per accertare l’idoneità delle abitazioni dei cittadini italiani. È proprio questo l’aspetto che restituisce il carattere discriminatorio della norma.
A questo si aggiunge il costo che le persone non italiane devono aggiungere ai già molto elevati costi legati alla richiesta dei documenti di soggiorno. A questo proposito, l'amministrazione di Mathi ha stabilito che il costo per il rilascio della certificazione sarà di 30 euro, come già definito dalla delibera di giunta comunale n. 12 del 2021. Il procedimento si applicherà a tutte le nuove richieste e a quelle già in corso, ma non ancora completate.
Chiaramente non si tratta un problema che debba e possa essere risolto da un’amministrazione locale. È però necessario accendere i riflettori perché si trovi una via al cambiamento. A questo proposito, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil che si occupano dell’ambito della migrazione sollecitano da tempo un intervento a livello nazionale per avviare una revisione legislativa. Una sollecitazione che evidentemente non è stata accolta, ma su cui è necessario insistere.
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