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15 Febbraio 2025 - 17:22
Righeira a Sanremo
Non c’è Festival di Sanremo senza polemiche, e anche l’edizione 2025 non si smentisce. Dopo il clamoroso "dramma" della collana di Tony Effe, bandita all’ultimo momento prima della sua esibizione – perché si sa, una collana può destabilizzare l’ordine pubblico – stavolta il protagonista del nuovo "scandalo" è stato Johnson Righeira, reo di aver osato indossare… una maglietta con una scritta. Roba forte, insomma.
La Rai, evidentemente terrorizzata dall'idea che quattro parole stampate potessero scuotere le fondamenta della moralità nazionale, ha imposto al cantante di girarla al contrario durante il duetto con i Coma Cose. Un gesto che ha regalato al pubblico italiano una performance che resterà negli annali non solo per i 40 anni de L'estate sta finendo, ma soprattutto per la pericolosissima minaccia tessile sventata in extremis.
Al Dopofestival, Johnson Righeira, intervistato da Alessandro Cattelan, ha raccontato l’accaduto con il suo solito stile ironico, cercando di far buon viso a cattiva censura, ma senza nascondere il fastidio: "Sono arrivato un po’ incazzato sul palco, perché poco prima mi hanno imposto di girare la maglietta. Era una maglietta con su scritto 'Se ti conosci, ti eviti', che è un po’ il riassunto della mia vita. Mi hanno detto che non si può mettere e quindi me la sono trovata addosso al contrario. Lo dico giusto per far sapere che io non indosso magliette anonime."
L'episodio ha riacceso il dibattito su cosa sia lecito o meno mostrare sul palco del Festival, soprattutto alla luce di quanto accaduto un anno fa con John Travolta.
Nel 2024, l'attore statunitense si era presentato sul palco con delle scarpe U-Power, sollevando dubbi su una possibile pubblicità occulta. I dubbi si dissolsero grazie ad un articolo de La Voce poi ripreso da Striscia la Notizia. Seguì una multa di Agcom alla Rai di 206.580 euro per violazione della normativa sulle sponsorizzazioni occulte.
Per evitare problemi simili, l'attuale direttore dell'Intrattenimento di Prime Time della Rai, Marcello Ciannamea, ha chiarito in conferenza stampa la linea adottata dalla rete: "Il discrimine, al di là del brand che non si può esibire, è rappresentato dalla riconoscibilità del prodotto. Andrebbe apprezzato questo comportamento della Rai, che vuole evitare non solo la presenza di loghi ma anche di elementi facilmente identificabili".
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Ovviamente, la scelta di censurare la frase sulla maglietta di Johnson Righeira ha scatenato un’ondata di perplessità. Lo stesso artista ha ironizzato sulla questione: "Non stiamo parlando delle scarpe di Travolta. Sono delle magliette mie, fatte da un negozietto che ne ha stampate una ventina. Non vedo che problema ci sia." Ma si sa, quando si tratta di proteggere il pubblico da messaggi pericolosi, la Rai non ammette distrazioni.
Il negozio in questione è Spritz Ivrea, che ha colto al volo l’occasione per trasformare la vicenda in una brillante operazione di marketing. Su Instagram, ha postato un messaggio che riassume perfettamente l’assurdità della situazione:
"@johnson_righeira lo dice sempre: 'C’è chi crea le mode e chi le segue, io le anticipo'. E ieri sera all’Ariston l’ha presa alla lettera sfoggiando una limited edition ‘25 davvero esclusiva: maglietta al contrario, stampa invisibile. (Così tutti più sereni)."
Il post si conclude con un avviso rassicurante per i potenziali acquirenti: "Tranquilli, le magliette della collezione KOTTOLENGO sono nel verso giusto. Le trovate nel nostro store @spritzivrea e su quellichefannolemagliette.it".
Morale della favola? A Sanremo puoi cantare, emozionare, fare il tuo show, ma guai a farlo con una scritta sulla maglietta. Il pubblico italiano potrebbe non reggere l’impatto.
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