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Agricoltura
14 Febbraio 2025 - 10:33
Miele italiano a rischio, Coldiretti lancia l’allarme: boom di importazioni dalla Cina (+16%)!
L’Italia, patria di eccellenze gastronomiche e di una lunga tradizione apistica, si trova ad affrontare una crisi che potrebbe compromettere il futuro del miele nazionale. Coldiretti ha lanciato l’allarme: nel 2024, le importazioni di miele cinese hanno toccato quota 25 milioni di chili, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Un dato che preoccupa i circa 75mila apicoltori italiani, costretti a competere con un prodotto a basso costo che rischia di soffocare il mercato interno.
Il miele proveniente dalla Cina arriva in Italia a un prezzo di poco superiore a un euro al chilo, una cifra che rappresenta meno della metà della media nazionale, pari a 2,9 euro al chilo. Questo squilibrio crea pressioni insostenibili sui produttori locali, già alle prese con l’aumento dei costi di produzione e con gli effetti negativi del cambiamento climatico, che ha ridotto la produzione di miele negli ultimi anni. Oltre alla competizione sul piano economico, c’è anche il rischio di frodi alimentari, una minaccia per la qualità del prodotto e per la salute dei consumatori.
L’Italia registra un consumo medio di mezzo chilo di miele pro capite all’anno, inferiore alla media europea di 600 grammi e ben lontano dai livelli della Germania, dove il miele è un ingrediente quotidiano sulle tavole dei cittadini. Questo dato evidenzia un doppio problema: da un lato, la difficoltà degli apicoltori italiani a collocare il proprio prodotto sul mercato interno, dall’altro la presenza massiccia di miele straniero, che finisce spesso sugli scaffali dei supermercati con prezzi al ribasso, rendendo difficile la competizione per i produttori locali.
Monica Monticone, presidente di Coldiretti Asti, ha espresso forte preoccupazione per la situazione attuale, evidenziando l’urgenza di proteggere la biodiversità italiana. Il nostro Paese vanta oltre 60 varietà di miele, un patrimonio che rischia di essere compromesso dall’ingresso indiscriminato di prodotti esteri. Secondo la Monticone, è fondamentale sensibilizzare i consumatori sull’importanza di acquistare miele italiano, leggendo con attenzione le etichette per verificare la provenienza e sostenere così le aziende locali.
Crisi del miele italiano
A cercare di arginare il problema delle frodi arriva la nuova direttiva “breakfast” dell’Unione Europea, che introduce regole più rigide sull’etichettatura del miele. Secondo il direttore di Coldiretti Asti, Giovanni Rosso, l’obiettivo è garantire una maggiore trasparenza per i consumatori: le confezioni di miele prodotto interamente in Italia dovranno riportare chiaramente la dicitura "Italia", mentre per i mieli importati dall’Unione Europea dovrà essere specificata la frase "miscela di mieli originari della UE", con indicazione dei paesi di provenienza. Se il prodotto proviene da paesi extraeuropei, l’etichetta dovrà dichiararlo esplicitamente.
Il miele italiano non è solo un prodotto alimentare, ma un simbolo di qualità e tradizione. La sua produzione è il risultato di un ecosistema variegato, che spazia dalle fioriture alpine alle campagne mediterranee, offrendo una gamma di sapori e caratteristiche uniche al mondo. Tuttavia, gli apicoltori sono sempre più sotto pressione, tra il declino delle api, le difficoltà climatiche e la concorrenza sleale di prodotti esteri che spesso non rispettano gli stessi standard qualitativi.
La crisi del miele italiano richiede interventi urgenti e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori. Acquistare miele locale significa non solo sostenere un settore economico fondamentale, ma anche difendere la biodiversità e la sicurezza alimentare. La nuova normativa europea rappresenta un passo avanti, ma da sola non basta: servono misure di sostegno agli apicoltori, controlli più rigidi sulle importazioni e una strategia per rilanciare il consumo interno di miele.
L’Italia ha sempre fatto della sua agricoltura un vanto, e il miele è uno dei suoi tesori più preziosi. Se vogliamo che continui a esserlo, la battaglia per difenderlo deve essere una priorità.
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