Cerca

Attualità

Airbag killer sulle Citroen C3 e DS3: 285 milioni di euro di risarcimento chiesti a Stellantis

190mila auto con dispositivi difettosi, esplosioni incontrollate e ritardi nei richiami: i consumatori trascinano Stellantis in tribunale per il disastro Takata

airbag difettosi

airbag difettosi

Un risarcimento danni per 285 milioni di euro è stato chiesto da tre associazioni di consumatori per il caso delle automobili Citroen C3 e Ds3 con airbag difettosi Takata. L'azione legale, che investe Stellantis e Psa Groupe Italia, è stata promossa davanti al tribunale di Torino. I ricorrenti (Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi) hanno calcolato 1.500 euro per ciascuno dei proprietari delle 190mila vetture coinvolte. Lo scorso 11 ottobre il tribunale di Torino aveva ordinato a Groupe Psa Italia (società controllata da Stellantis) di risolvere una serie di ritardi e di criticità nella campagna di richiamo dei veicoli interessati. Contro quella decisione è stato presentato un reclamo in appello, giunto al vaglio della Corte d'Appello.

Il caso degli airbag Takata rappresenta uno dei più gravi scandali legati alla sicurezza automobilistica degli ultimi anni. Gli airbag prodotti dalla società giapponese Takata sono stati montati su milioni di veicoli in tutto il mondo, ma un difetto di fabbricazione ha portato al richiamo di oltre 100 milioni di unità a livello globale. Il problema principale riguarda il propellente all'interno del generatore di gas dell'airbag, che, a causa del deterioramento dovuto all'umidità e agli sbalzi di temperatura, può causare un'esplosione incontrollata, con il rischio che schegge metalliche vengano proiettate nell'abitacolo.

Air bag

In Italia, la questione ha assunto proporzioni allarmanti per i possessori di Citroen C3 e Ds3. Nonostante i richiami avviati da Stellantis e Psa Groupe, migliaia di automobilisti denunciano ritardi nella sostituzione degli airbag difettosi, con alcuni proprietari che attendono da mesi senza poter utilizzare il proprio veicolo. Secondo le associazioni dei consumatori, la gestione della campagna di richiamo è stata disastrosa: i ricambi sono arrivati con il contagocce e in molti casi le officine autorizzate non sono state in grado di fornire un'auto sostitutiva.

Il tribunale di Torino, lo scorso ottobre, ha imposto a Groupe Psa Italia di risolvere queste criticità, obbligandola a garantire la sostituzione tempestiva degli airbag difettosi e a fornire veicoli di cortesia ai proprietari interessati. Tuttavia, Stellantis ha impugnato la sentenza, sostenendo di aver già intrapreso tutte le misure necessarie per la sicurezza dei propri clienti e di aver affrontato difficoltà logistiche dovute alla crisi globale della catena di approvvigionamento.

Il reclamo in appello ha aperto un nuovo fronte giudiziario. Le associazioni dei consumatori ribadiscono che l'azienda non ha rispettato le tempistiche di sostituzione e chiedono un risarcimento danni per ogni automobilista coinvolto. Codacons, in particolare, ha dichiarato che "non è accettabile che oltre 190mila proprietari di Citroen C3 e Ds3 debbano affrontare il rischio di incidenti mortali a causa di una negligenza industriale e di un richiamo gestito in modo inadeguato".

A preoccupare è anche il rischio che molti automobilisti non siano ancora a conoscenza del problema. Secondo un'indagine di Adusbef, circa il 30% dei proprietari di veicoli coinvolti non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte della casa automobilistica. Ciò significa che decine di migliaia di auto con airbag difettosi continuano a circolare sulle strade italiane, mettendo a rischio la sicurezza di conducenti e passeggeri.

Il caso degli airbag Takata ha già portato a risarcimenti miliardari negli Stati Uniti, dove diverse case automobilistiche hanno dovuto indennizzare i clienti colpiti dal difetto. In Europa, invece, la battaglia legale è ancora aperta e l'esito della causa intentata a Torino potrebbe rappresentare un precedente importante per future azioni legali.

Nel frattempo, gli automobilisti coinvolti sono invitati a verificare se il proprio veicolo è tra quelli soggetti al richiamo, inserendo il numero di telaio sul sito ufficiale di Citroen. Le associazioni dei consumatori consigliano inoltre di rivolgersi a un legale per ottenere il riconoscimento dei propri diritti e, nel caso in cui il veicolo non sia stato ancora riparato, di chiedere una soluzione immediata a Stellantis.

La sentenza della Corte d'Appello di Torino è attesa nei prossimi mesi e potrebbe avere ripercussioni significative per il settore automobilistico. Se il reclamo di Stellantis verrà respinto, l'azienda potrebbe essere costretta a pagare il risarcimento miliardario richiesto dai consumatori e a riorganizzare l'intera gestione dei richiami per garantire maggiore trasparenza e tempestività negli interventi di sicurezza.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori