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Cronaca

Sindaco "motosega" adesso taglia gli alberi sani: "Dannava l’amico giusto"?

Nel Giardino delle Lavandaie via alle motoseghe: abbattuti alberi perché facevano troppa ombra. Mentre il Comune si vanta del verde urbano, i cittadini denunciano lo scempio e sospettano pressioni di qualche influente conoscente dell’amministrazione

Settimo Torinese, strage di alberi sani: "Dannavano l’amico giusto"?

A Settimo Torinese gli alberi non si tagliano perché malati, pericolanti o infestati da parassiti. No, troppo banale. Qui si abbattono perché fanno troppa ombra. Perché si sa, l'ombra è un problema serio, mica il caldo torrido estivo o l’inquinamento atmosferico. È quanto sta accadendo in via Nobel 2, nel cosiddetto Giardino delle Lavandaie, dove questa mattina operai armati di motosega hanno pensato bene di eliminare alberi perfettamente sani, scatenando l’ira dei cittadini.

La denuncia arriva da un residente che, tra incredulità e rabbia, ha immortalato lo spettacolo con alcune foto. "E poi l’amministrazione ha il coraggio di inaugurare nuovi parchi...", sbotta, sottolineando la sottile arte della contraddizione: da un lato si celebrano pomposamente le aree verdi, dall’altro si rade al suolo ciò che c’era già. Ma perché questa furia abbattitrice? Bella domanda. Una di quelle che meriterebbero una risposta ufficiale, ma che, come spesso accade, si perde nel vuoto cosmico di Palazzo Comunale.

Secondo alcuni residenti, alla base di questa decisione potrebbe esserci il solito gioco delle conoscenze giuste: qualche “amico” dell’amministrazione a cui quegli alberi davano fastidio. Magari qualcuno trovava quell’ombra troppo invadente per i suoi gusti, oppure si sta preparando il terreno per qualche futura meraviglia urbanistica, tipo una bella colata di cemento o un’area più minimal (leggasi: spoglia). Il risultato è che, ancora una volta, a pagarne il prezzo è la città e il suo già precario patrimonio arboreo.

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E dire che, mentre nel resto del mondo si cerca disperatamente di aumentare le zone d’ombra per contrastare il surriscaldamento climatico, a Settimo Torinese si segue la filosofia opposta: via gli alberi, avanti con l’asfalto rovente e il sole a picco. Il tutto per poi magari piantare qualche alberello rinsecchito, che avrà il solo compito di fare da scenografia alla prossima inaugurazione in grande stile, con foto di rito e discorsi di circostanza.

Del resto, nei proclami dell’Amministrazione, di alberi se ne sono piantati a centinaia e se ne pianteranno altre centinaia. Peccato che poi nessuno si preoccupi di dar loro da bere, con il risultato che molti di questi nuovi arrivati fanno una fine ingloriosa dopo pochi mesi, seccandosi sotto il sole e lasciando dietro di sé solo qualche tronco scheletrico e tanto spreco di denaro pubblico. Ma vuoi mettere la soddisfazione di tagliare il nastro inaugurale?

E da Palazzo Comunale? Silenzio. Niente spiegazioni, niente risposte. La solita strategia del mutismo selettivo, che lascia spazio solo a ipotesi e sospetti. Chi ha deciso questi abbattimenti? Su quali basi? Esiste una perizia tecnica o si è trattato di un capriccio amministrativo? Domande destinate a rimanere senza risposta, mentre la città si ritrova sempre più povera di verde e più ricca di misteri.

Insomma, mentre altrove si piantano alberi per rendere le città più vivibili, a Settimo Torinese si elimina l’esistente, con un’abile operazione di potatura estrema. Il tutto nel nome di una logica che, evidentemente, sfugge a chiunque non sieda nelle stanze dei bottoni.

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