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Strada Bellisario: il nulla celebrato con una targa

La sindaca Elena Piastra inaugura una via senza spiegare perché. Un’operazione di marketing politico mascherata da tributo. Intanto, il progetto Tilde per le donne lavoratrici? Iscrizioni sospese

Strada Bellisario: il nulla celebrato con una targa

Chissà quante notti insonni avrà passato la sindaca Elena Piastra, divorata dal dubbio amletico: quale nome assegnare a una strada? Ore e ore a fissare il soffitto, tormentata dal peso della storia e dell’urbanistica, rigirandosi tra le lenzuola in preda ai dubbi, fino a quando – all’alba, forse – l’illuminazione divina! Bellisario! E perché proprio Marisa Bellisario, storica dirigente della tecnologia italiana? Per affinità di carriera? Per convinzioni politiche? Per un colpo di vento sulla scrivania?

Boh. Forse nemmeno lei lo sa. O meglio. Ha fatto uno più uno e considerando che lì c'è il Data Center di Tim non ci ha messo tanto a trovare la buonanima di una dirigente che arriva da quel mondo lì. Forse è così e forse non lo è ma è inutile chiederselo quando si è in campagna elettorale permanente (per le Regionali, per il Parlamento, o magari per la Casa Bianca, chissà) e ogni gesto ha come unico obiettivo l'autopromozione.

Tant'è!  Ecco servita l'ennesima celebrazione istituzionale: targhe nuove di zecca, nastro rosso ben teso, forbici luccicanti, sorrisi di circostanza e qualche discorsetto che oscilla tra la retorica a buon mercato e il trionfalismo d’ordinanza.

In fondo, Marisa Bellisario era una donna di successo, e dunque il suo nome su una strada farà miracoli?

Poco importa se la strada in questione conduce più o meno al nulla, o se sarà ricordata solo dai navigatori GPS e dai corrieri di Amazon.

L’ennesimo tributo al merito femminile? O più semplicemente una banale operazione di marketing politico, confezionata sotto forma di cartello stradale? Difficile avere dubbi. Dopotutto, se si fosse davvero voluto onorare la memoria della manager, magari si sarebbe potuto fare qualcosa di concreto, tipo un'iniziativa per l'occupazione femminile nei settori tecnologici o per il supporto alle donne lavoratrici.

Ma, si sa, la sindaca preferisce le visioni futuristiche sui "pezzi di città" che tutto il mondo le invidia e che alla lunga si trasformano in allucinazioni collettive.

E poi c’è sempre quella adorabile faccia di bronzo quando si parla di abbattere il tetto di cristallo, mentre nella realtà e in generale si fa poco o nulla per le donne che ancora ci sbattono la testa ogni giorno.

E siccome la sindaca non è una che sta a guardare! Eccola parlare di azioni concrete, di programmi a favore delle donne, di opportunità di reinserimento lavorativo.

Il fiore all’occhiello di questa strategia? Il progetto Tilde, gestito da Unione Net. Un nome rassicurante, un po’ da tata che ti accarezza la testa, un po’ da società di consulenza. Peccato che questa rivoluzione femminista in miniatura sia riservata solo a chi ha un ISEE inferiore ai 30.000 euro e almeno un figlio minore a carico. Quindi, cara lavoratrice senza figli o con un reddito appena superiore alla soglia, arrangiati.

Dimentica la sindaca un piccolo particolare: le iscrizioni al progetto Tilde sono sospese. Ops. Una piccola svista nella grande narrazione delle "pari opportunità". Ma tranquilli, adesso c’è una strada intitolata a Marisa Bellisario.

Risolverà tutto o forse no ma chissenefrega..

Ah già, giusto. Ovviamente, non poteva mancare il consueto carrozzone delle celebrazioni ufficiali, con la solita parata di autorità, politici e dirigenti pronti a sfoggiare il miglior profilo per le foto di rito.

Luca Rivoira, Maria Grazia Grippo, Sonia Cambursano, Caterina Greco, Valeria Ferrero, Brigitte Sardo, l’AD dell’Olivetti Quang Ngo Dinh. Un festival dell’autoreferenzialità, condito da dichiarazioni altisonanti, scatti istituzionali e qualche sorriso di plastica. Perché l’importante, alla fine, non è risolvere i problemi, ma esserci dentro. Lì, in mezzo al nulla.

Applausi alla nuova strada che porta diritta al Data Center di Tim. E poi, per chi si trova senza lavoro, senza prospettive e senza aiuti concreti, c’è sempre Google Maps.

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