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Dittatura in salsa canavesana: opposizione censurata, manifesti strappati e pressioni politiche sui relatori

Evento pubblico sabotato, minoranza imbavagliata e pressioni politiche sui relatori. A Pavone Canavese la libertà d’informazione è solo un optional? L’opposizione attacca: "Come si chiama un sistema dove chi governa impedisce alle minoranze di parlare?"

Da sinistra: Andrea Ardissone, Endro Bevolo, Paola Mino e Valentina Bessolo

Da sinistra: Andrea Ardissone, Endro Bevolo, Paola Mino e Valentina Bessolo

Censura, pressioni politiche e libertà d’informazione negata. No, non siamo in un regime autoritario, ma a Pavone Canavese. E la domanda è una: che cosa sta succedendo?

Se lo chiedono in molti, soprattutto dopo il duro comunicato della consigliera comunale di opposizione Paola Mino, che punta il dito contro il sindaco Endro Bevolo per una gestione quantomeno opaca della libertà di informazione.

Al centro della polemica c’è la Comunità Energetica CER 1315, alla quale il Consiglio Comunale ha aderito con voto unanime lo scorso 28 giugno 2024. Tra i favorevoli anche i consiglieri di Uniti per Pavone, che non solo hanno sostenuto l’iniziativa, ma hanno pure organizzato un incontro pubblico con AEG e Legambiente.

Tutto sembrava filare liscio, almeno fino al 31 gennaio 2025, quando i consiglieri di Uniti per Pavone si sono accorti che qualcosa, nell’ingranaggio dell’informazione pubblica, si era inceppato.

La serata informativa sulla CER, in programma per il 5 febbraio 2025 e aperta alla cittadinanza, con il supporto di un esperto di AEG, stava subendo una serie di colpi bassi che facevano sorgere più di un dubbio sulle reali intenzioni dell’Amministrazione.

Nel giro di poche ore, i manifesti sono scomparsi, rimossi dagli stessi addetti che li avevano appena affissi. Nessuna comunicazione ufficiale, nessuna spiegazione. Solo il solito silenzio istituzionale che lascia più dubbi che risposte.

Eppure, Uniti per Pavone aveva ottenuto il via libera dall’Amministrazione per l’utilizzo del Salone Comunale e per l’affissione delle locandine informative negli spazi pubblici.

Altro colpo di scena! Andrea Ardissone, il tecnico di AEG invitato come relatore, avrebbe ricevuto un messaggio chiaro dal sindaco: meglio se non partecipi. Un consiglio? Una pressione? Una velata minaccia? Secondo Paola Mino, non ci sono dubbi: il primo cittadino ha provato a fermare l’evento, perché organizzato dalla minoranza.

Il tentativo di chiarire la situazione si è scontrato contro un muro di omertà: il sindaco è infatti risultato irreperibile, sia telefonicamente che presso gli uffici di competenza. Una dinamica che lascia spazio a molte interpretazioni e che non fa certo onore alla trasparenza e al rispetto democratico.

"E allora chiediamoci - commenta Mino - come si chiama un sistema in cui alle minoranze viene impedito di parlare? Come si chiama un sistema in cui si usano pressioni e censure per mettere a tacere chi disturba il potere? Noi la risposta la conosciamo. E voi?".

Insomma, benvenuti a Pavone Nord Corea...

La vicenda ha sollevato un’ondata di indignazione nel mondo politico locale. La consigliera Valentina Bessolo, capogruppo di Crescita&Futuro - Pavone Canavese, condanna l’accaduto con parole durissime.

"A Pavone," commenta, "l'ennesimo grave tentativo di AZZITTIRE le voci che danno fastidio alla maggioranza. Reputo la cosa gravissima: un atto grave e inaccettabile, che mina i principi fondamentali della democrazia e del confronto libero. Ogni consigliere, indipendentemente dalla posizione che ricopre, ha il diritto di esprimersi, di partecipare, di contribuire e, perché no, di organizzare un incontro pubblico senza subire pressioni o censure. Cercare di silenziare le voci scomode significa tradire il rispetto per il pluralismo e il confronto civile. Chi ha paura del dialogo dimostra solo la fragilità delle proprie idee!"

Anche Paola Gamba non ha nascosto il proprio sdegno, definendo l’intera vicenda "triste, triste e ancora triste. E tanto imbarazzante."

Il Partito Democratico di Ivrea parla apertamente di un "brutto clima", esprimendo preoccupazione per la deriva antidemocratica che si sta profilando.

Nonostante tutto, Uniti per Pavone non ha alcuna intenzione di farsi intimidire e ha confermato la propria presenza al Salone Comunale il prossimo 5 febbraio alle ore 21.00, per raccogliere le domande dei cittadini sul tema delle Comunità Energetiche.

Alla fine, la domanda resta una sola: Pavone Canavese è ancora una democrazia o qualcosa sta cambiando?

Se qualcuno ha una risposta, parli ora. Prima che non sia più possibile farlo.

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