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26 Gennaio 2025 - 22:13
Lace
Il 29 gennaio 2025, l'Area Monumentale di Lace, frazione di Donato, tornerà a essere il luogo dove storia e memoria si intrecciano, dando vita alla tradizionale Cerimonia della Memoria.
Un appuntamento che, anno dopo anno, rinnova il ricordo di uno dei capitoli più tragici e significativi della Resistenza italiana. Qui, nella neve alta dell’inverno del 1945, il Comando della 76ª Brigata e VII Divisione Garibaldi fu spazzato via da un attacco nazifascista, lasciando dietro di sé morte e distruzione, ma anche l’eco di un coraggio che ancora risuona.
Mario Beiletti, presidente della sezione ANPI di Ivrea, racconta quei drammatici eventi con parole che lasciano il segno: «Un metro di neve rendeva impraticabile il terreno. Gli uomini si sentivano al sicuro, certi che con quel tempo un attacco fosse impossibile, eppure...».
Il 28 gennaio 1945, un pattuglione nazista, affiancato da truppe germano-mongole, attaccò Andrate, uccidendo il comandante di battaglione Carrel e catturando due partigiani, Pinco e Volpe, poi torturati. Fu proprio uno di loro, piegato dal dolore, a tradire la posizione del comando partigiano nascosto a Lace.
La notte tra il 29 e il 30 gennaio i tedeschi attaccarono con violenza spietata. Le sentinelle tentarono di dare l’allarme, ma una fu subito colpita. «I lanciafiamme devastarono la baita – racconta Beiletti –. Dentro, Aldo Gariazzo, detto "Dante", e Piero Crotta, "Abbondanza", caddero sotto i colpi nemici. Gli altri partigiani, con poche armi a disposizione, scelsero di arrendersi nella speranza di uno scambio di prigionieri, ma quella speranza fu vana». I prigionieri furono trascinati via nella neve, legati a due a due, mentre la baita bruciava dietro di loro, ridotta a cenere.
Il destino dei catturati fu segnato. Uno dopo l’altro furono giustiziati. Ugo Macchieraldo, detto "Mak", fu il primo. A Ivrea, volle ordinare lui stesso il fuoco, gridando «Viva l’Italia!» fino all’ultimo respiro. Walter Fillak, "Martin", venne impiccato a Cuorgnè con una ferocia disumana: il filo telefonico usato per il cappio si ruppe e fu sostituito da una corda unta di grasso, mentre il suo corpo, già esanime, veniva colpito in volto. Luigi Gallo, "Battisti", fu torturato per le vie di Ivrea prima di essere appeso a un albero nei giardini pubblici. Così anche Piero Ottinetti, "Pirata", Renato Tua, "Franchestein", Riccio Orla, "Riccio", Attilio Tempia, "Bandiera I", Luigi Viero, "Testarin", Alfieri Negro, "Ugo", e Renzo Migliore, "Basso", affrontarono la morte con un coraggio che impressionò persino i loro carnefici.
Oggi, Lace non è solo un luogo di memoria, ma un simbolo. Dopo la guerra, un masso proveniente dalla Valle d’Aosta fu trasportato in questa frazione e vi furono incisi i nomi dei caduti, trasformando l’area nei pressi dei resti della baita in un monumento alla Resistenza. Ogni anno, il 29 gennaio, questo luogo si anima di ricordi, canti e riflessioni. «Non si tratta di retorica – sottolinea Beiletti –. Quegli uomini rappresentano ancora oggi i pilastri della nostra democrazia. Ritrovarsi qui significa riaffermare i valori di libertà e giustizia che animarono la Resistenza».
Il programma della commemorazione
La Cerimonia della Memoria inizierà alle ore 19:00 presso l’Area Monumentale di Lace. Dopo un momento di riflessione dedicato ai caduti, si svolgerà una suggestiva fiaccolata, seguita da letture curate da Francesca Brizzolara, che riporteranno in vita i drammatici eventi della "Notte di Lace". Non mancheranno i canti e la distribuzione di vin brulè, per condividere insieme il calore della memoria.
Per chi desidera proseguire la serata, sarà possibile cenare presso il Ristorante Ca’ d’Jolanda, con prenotazione ai numeri 015 6411036, 392 506 7643 o 338 651 3974. Alle ore 21:30, nello stesso locale, verrà proiettato il docufilm “Per disgraziate circostanze, Lace 29-30 gennaio 1945” di Alberto Zola e Maurizio Pellegrini, che raccoglie immagini e testimonianze storiche di quei giorni.
Un appuntamento con la memoria e la gratitudine
Partecipare a questa commemorazione significa non solo onorare il sacrificio di Dante, Abbondanza, Martin, Battisti, Mak, Bandiera I, Pirata, Franchestein, Riccio, Testarin, Ugo e Basso, ma anche riaffermare l’impegno verso i valori che loro difesero con la vita. A Lace, il ricordo si fa vivo, non solo per guardare al passato, ma per costruire un futuro degno del loro sacrificio.
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