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25 Gennaio 2025 - 15:35
Scuole fatiscenti e aria irrespirabile in Canavese: così condanniamo il futuro dei nostri figli
Le scuole delle Tre Terre Canavesane, ovvero San Giorgio, Agliè e Castellamonte, sono al centro di un importante studio sulla salubrità degli ambienti scolastici, portando alla luce una situazione preoccupante. Gli edifici scolastici analizzati soffrono di una grave mancanza di comfort, con aule troppo calde, rumorose e inquinate. La ricerca, condotta dal geometra Carmelo Gumina, esperto in riqualificazione edilizia, è stata presentata in un convegno unico nel suo genere, presso il salone polivalente di Agliè, alla presenza di sindaci, consiglieri regionali ed esponenti del mondo industriale.
L’analisi ha riguardato la scuola dell’infanzia Musso di Castellamonte, la primaria e la secondaria di Agliè, e la primaria e la secondaria di San Giorgio Canavese. Attraverso l’uso di sensori tecnologici prodotti da una ditta di Trento, Gumina ha rilevato parametri chiave come la qualità dell’aria, la rumorosità e la temperatura delle aule.
I risultati sono allarmanti: in molte giornate, soprattutto in presenza degli alunni, i livelli di polveri sottili e altri inquinanti superano i limiti di guardia. Questo problema, già grave per la salute, è amplificato dal fatto che le scuole si trovano nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa. La situazione è resa ancora più critica dalla cattiva qualità dell’acustica e da temperature spesso eccessive, che raggiungono picchi di 29 gradi durante le lezioni, ben oltre i limiti normativi.
Le criticità emerse nello studio non sono un caso isolato, ma riflettono una situazione generalizzata delle strutture scolastiche italiane. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, oltre il 40% degli edifici scolastici in Italia ha più di 50 anni, con una manutenzione spesso carente. La dispersione energetica, l’inadeguatezza degli impianti di riscaldamento e la scarsa qualità dell’aria sono problemi che affliggono molte scuole, soprattutto in aree con elevato inquinamento atmosferico come il Nord Italia.
Un’indagine di Legambiente ha inoltre evidenziato che solo il 5% delle scuole italiane è stato costruito seguendo criteri di bioedilizia e sostenibilità, mentre il 58% non è dotato di un sistema di ventilazione meccanica controllata, essenziale per garantire aria pulita e salubre.
La situazione delle strutture scolastiche preoccupa
Durante il convegno, diversi professionisti hanno offerto soluzioni tecniche per migliorare le condizioni delle scuole:
La presidente dell’Ordine dei Geometri, Luisa Roccia, ha elogiato lo studio condotto da Gumina, definendolo un modello da replicare in altri territori. Secondo Roccia, l’analisi rappresenta un primo passo per sensibilizzare amministratori e professionisti sulla necessità di investire nella salubrità degli edifici pubblici.
Il caso delle scuole canavesane sottolinea l’urgenza di un piano nazionale di riqualificazione degli edifici scolastici, che ponga al centro il benessere degli studenti e la sostenibilità energetica. Le soluzioni ci sono, ma richiedono investimenti adeguati e una visione strategica a lungo termine.
Interventi mirati non solo migliorerebbero le condizioni di studio, ma consentirebbero anche di ridurre i costi energetici e l’impatto ambientale, contribuendo a creare scuole più sicure, moderne e sostenibili. È tempo che le amministrazioni locali e nazionali si impegnino a trasformare questi studi in azioni concrete, per il bene delle future generazioni.
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