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Calcio giovanile
25 Gennaio 2025 - 10:39
Arbitro fantasma
La tragicommedia del derby tra Rivarolese e Ivrea continua. Il match del campionato regionale Under 15, sospeso il 12 gennaio scorso a causa di insulti, minacce e un’aggressione all’arbitro, sembra ormai destinato a diventare un caso di studio sulle inefficienze del sistema calcistico.
Giovedì sera si sarebbe dovuto disputare il recupero, ma il destino – o meglio, la disorganizzazione – ha avuto la meglio: l’arbitro designato non si è presentato, gettando benzina sul fuoco di una situazione già surreale.
Tutto è iniziato lo scorso gennaio, quando la partita venne sospesa sul risultato di 3-3, con la Rivarolese ridotta in nove uomini. L’arbitro, bersagliato dagli insulti di un “tifoso” per tutta la durata dell’incontro, fu costretto a interrompere il match per garantire la propria incolumità.
Come se non bastasse, a fine gara, lo stesso individuo lo attese nel parcheggio, aggredendolo e danneggiando la sua auto. Una scena da film, se non fosse che qui di cinematografico c’è solo l’assurdità. Il giudice sportivo, dopo aver esaminato il caso, decise di far ripetere la partita, sanzionando la Rivarolese con una multa simbolica di 100 euro. Una cifra che, a conti fatti, sembra quasi uno scherzo rispetto alla gravità dell’accaduto.
Il recupero programmato per giovedì sera avrebbe dovuto mettere fine a questa vicenda, ma il colpo di scena era dietro l’angolo.
Alle 19:15, orario fissato per il calcio d’inizio, le squadre erano pronte, i ragazzi scalpitavano, ma mancava l’elemento fondamentale: l’arbitro. Non una semplice dimenticanza, ma un problema di comunicazione tra la Lega Nazionale Dilettanti e l’Associazione Italiana Arbitri, che ha lasciato le due squadre – e i tifosi – in attesa di un fischio che non è mai arrivato.
Il Pronto AIA, contattato immediatamente, si è limitato a chiedere di attendere cinque minuti per una risposta. Quei cinque minuti, però, si sono trasformati in una lunga, frustrante attesa che ha sancito l’ennesimo rinvio.
Fabrizio Gallo, responsabile del settore giovanile della Rivarolese, ha espresso tutta la sua amarezza: «La partita era fissata da tempo. Abbiamo riorganizzato gli allenamenti del club per disputarla, ma l’arbitro non si è presentato. Presumo che si rigiocherà tra quindici giorni.» Parole che lasciano trasparire la stanchezza di chi, come tanti altri, vorrebbe solo vedere i ragazzi giocare e basta. Dario Ravera Chion, segretario generale dell’Ivrea, ha definito l’accaduto «clamoroso», sottolineando come la mancata calendarizzazione corretta presso la sezione AIA di Torino sia un fatto gravissimo.
Mentre le società continuano a ribadire il proprio impegno contro ogni forma di violenza, la sensazione generale è che questa vicenda stia andando ben oltre i confini di ciò che dovrebbe essere una semplice partita di calcio giovanile. La Rivarolese, attraverso un comunicato ufficiale, ha ribadito che tali comportamenti non rappresentano i valori della società né dei suoi tifosi. Anche l’Ivrea ha espresso il proprio rammarico, ricordando l’importanza di proteggere gli arbitri e di promuovere i valori educativi dello sport. Parole nobili, che però risuonano vuote quando, a distanza di settimane, non si riesce ancora a riportare l’attenzione sul campo.
Il derby, ormai ribattezzato da molti come “la partita che non si gioca mai”, sembra destinato a continuare il suo percorso tra rinvii, polemiche e un senso di incredulità che cresce partita dopo partita.
A questo punto, non resta che chiedersi: la prossima data sarà quella buona o assisteremo a un altro capitolo di questa saga infinita?
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