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Povertà educativa, il Governo cancella i fondi: esplode la protesta

Associazioni e comuni uniti contro una decisione che aumenta disuguaglianze e fragilità

Povertà educativa, il Governo cancella i fondi

Povertà educativa, il Governo cancella i fondi: esplode la protesta (foto di repertorio)

Un grido d’allarme si alza da undici grandi città italiane per chiedere al Governo di rifinanziare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, una misura che ha supportato negli anni oltre 500mila bambini e adolescenti in condizioni di fragilità. La decisione di non rinnovare il finanziamento ha scatenato una reazione corale da parte di assessori, associazioni e fondazioni, che vedono in questa misura uno strumento essenziale per combattere disuguaglianze e marginalità.

Diciannove assessori alla scuola e alle politiche sociali dei principali comuni italiani hanno scritto una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprimendo la loro “forte preoccupazione” per il rischio di cancellare un fondo definito “imprescindibile per la tenuta sociale e il contrasto alle disuguaglianze”.

Tra i firmatari dell’appello anche Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini, fondata nel 2016 per attuare i programmi del Fondo. Rossi Doria ha ricordato come questa misura abbia permesso di realizzare 800 partenariati con la partecipazione di oltre 9000 organizzazioni pubbliche e private, creando un sistema capillare e innovativo di welfare educativo.

“Il tema del rinnovo del Fondo riguarda il modo in cui l’Italia intende affrontare la povertà educativa, un problema che coinvolge 1,3 milioni di minori in povertà assoluta e oltre 2 milioni in povertà relativa, ha dichiarato Rossi Doria.

Il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile è stato istituito nel 2016 attraverso un protocollo d’intesa che ha coinvolto il Governo e le Fondazioni di origine bancaria-Acri. In pochi anni, il Fondo è diventato un modello virtuoso, capace di attivare progetti contro il maltrattamento infantile, l’abbandono scolastico e la fragilità familiare. La sua eliminazione, secondo i promotori dell’appello, rappresenterebbe un passo indietro grave e incomprensibile.

La Fondazione Terre des Hommes ha definito il Fondo “fondamentale per contrastare le criticità che colpiscono i minori”, mentre Walter Massa, presidente nazionale di Arci, e Tiziano Pesce, presidente della Uisp, hanno sottolineato l’importanza di mantenere attivo uno strumento che ha fatto da collante tra istituzioni, società civile e terzo settore.

Per Don Francesco Preite, presidente nazionale dei Salesiani per il Sociale, “la povertà educativa non è più un’emergenza, ma un fenomeno grave e strutturale che compromette la crescita delle giovani generazioni”. Rifinanziare il Fondo è dunque indispensabile non solo per affrontare le criticità attuali, ma anche per investire nel futuro del Paese.

L’appello lanciato dalle città e dalle associazioni è chiaro: il Governo deve tornare sui suoi passi e rifinanziare il Fondo. La mancata conferma della misura significherebbe abbandonare migliaia di minori e famiglie a una condizione di precarietà sociale e educativa, aggravando le disuguaglianze.

“Non si tratta solo di soldi, ma di una visione del futuro”, concludono i promotori dell’iniziativa, ribadendo che investire sui minori è la chiave per costruire una società più equa e inclusiva.

In pochi anni, il Fondo è diventato un modello virtuoso, capace di attivare progetti contro il maltrattamento infantile, l’abbandono scolastico e la fragilità familiare

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