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"Medicus in Aeternum": l'eredità del dottore del Canavese in un libro

Aneddoti, riflessioni e un pizzico di ironia per raccontare quarant'anni di professione

Medicus in Aeternum: l'eredità del dottor Luigi Malandra

Il dottor Luigi Malandra, medico locale molto stimato e amato dalla comunità

Poco prima di Natale il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, ha ricevuto un dono speciale: una copia del libro "Medicus in Aeternum", un’opera appena pubblica dal dottor Luigi Malandra, medico locale molto stimato e amato dalla comunità.

Un toccante incontro tra un ex paziente, il Sindaco di Volpiano, e il proprio medico, il dottor Malandra, che ha celebrato la bellezza e la ricchezza delle relazioni umane, inscritte nella professione medica, elogiando la vita che il dottor Malandra ha speso nella dedizione verso la guarigione e la connessione umana.

“Il dottor Luigi Malandra è un medico molto noto a Volpiano – spiega Panichelli – il suo libro non è solo il ritratto di un medico, ma anche della società in cambiamento in cui il camice bianco è simbolo eterno di dedizione e passione. Quindi grazie a Luigi Malandra per questo prezioso dono”.

"Medicus in Aeternum" è infatti una raccolta affascinante di aneddoti che coprono i quarant'anni di carriera del Dott. Malandra che, con profondità, emozione, sensibilità e un pizzico di ironia è stato capace di dipingere un quadro vivido di un'epoca in cui la medicina era tanto legata alla connessione umana quanto alla conoscenza scientifica.

Attraverso le sue storie, il dottor Malandra conduce i lettori in un viaggio attraverso l'evoluzione dell'assistenza sanitaria e lo fa con gli occhi di chi per anni ha saputo scavare nella profondità della professione, intessendo legami profondi con i propri pazienti, andando così a regalare ai lettori un’opera che si fa trionfo dei valori che animano l’uomo.

"Tutti quei medici che hanno a che fare direttamente con i pazienti – spiega il dottor Malandra - e in particolar modo quelli di campagna che lavorano in piccole realtà, hanno tantissimi episodi da raccontare, io ho sentito la necessità di portare alla luce queste storie, di raccontarle”.

Il titolo del libro, "Medicus in Aeternum", è una chiara dichiarazione d'intenti. Ispirandosi al giuramento sacerdotale, il dottor Malandra sottolinea come la vocazione medica sia per lui un impegno perenne, una scelta di vita che lo accompagna fin dal giorno della laurea.

Il dottor Malandra omaggia Panichelli con la propria opera 

Il volume, infatti, si apre proprio nella notte in cui diventò medico, sancendo l'inizio di un percorso professionale che lo ha segnato profondamente; quella notte Malandra diventò medico in eterno: "Alle cinque del pomeriggio ho discusso la tesi, diventando ufficialmente medico – racconta - ma è stata la telefonata delle ventitré, la mia prima chiamata di emergenza, a segnare l'inizio vero e proprio della mia carriera. Una colica renale, il mio battesimo del fuoco. Da quel momento in poi fui medico per sempre”.

Uno dei temi ricorrenti nel libro del dottor Malandra è il profondo legame tra medico e paziente. Egli sottolinea l'importanza di costruire fiducia ed empatia e condivide innumerevoli storie che illustrano il potere della connessione umana.

“In questo libro ci sono episodi di vita, c’è l’uomo – prosegue - non c’è scienza, non ci sono diagnosi, c’è l’umanità è un libro di vita vissuta, di proposte, di scambi, di sfide”.

Sfogliando il volume ci si accorge che presenta un foglio, un piccolo estratto allegato alla copertina, in quell’estratto è racchiusa ancora una storia, la più drammatica: si intitola “il mare” ed è il tragico racconto di un naufragio avvenuto nel 1941, confidato al dottore da uno dei suoi pazienti. Un'esperienza terribile, fatta di urla, morte e disperazione, che ci riporta con forza alla fragilità dell'esistenza umana.

Il dottor Malandra estrae il pezzo di carta, quel foglietto inserito nel libro e lo legge commovendosi, facendo emergere tutta l’intensità dello scambio che lui ha avuto con i propri pazienti.

Il libro si mostra così un mezzo per far tornare a galla storie, per restituire alla professione di medico la sua umanità, il valore della relazione, delle storie tramandate e anche e soprattutto quella bella fiducia che nei piccoli posti di campagna si viene ad instaurare fra il medico ed il paziente.

Per quarant'anni, Malandra è stato il medico di Volpiano poi nel 2017 ha dovuto comunicare ai propri pazienti che da lì ad un mese sarebbe andato in pensione: “sono stato travolto da mail di risposta che ancora custodisco. Io in quel mese ero riempito da testimonianze di affetto, di persone che volevano darmi il proprio riconoscimento. C’era un legame fortissimo”.

Una copia del volume "Medicus in Aeternum"

Proprio parlando di questo rapporto medico-paziente Malandra si mostra preoccupato per il cambiamento della professione; ritiene che i giovani medici debbano dare priorità alla connessione umana nella loro pratica.

Perché oggi non c’è più questo legame?

“Per me ancora oggi è possibile tutto ciò, basta volerlo. Purtroppo, vedo con preoccupazione come la medicina di territorio stia diventando sempre più burocratizzata. Le e-mail, comode e veloci, rischiano di sostituirsi alla visita medica, impoverendo il rapporto medico-paziente. Si perde il contatto visivo, il calore di una conversazione, questo per me è allucinante, significa perdere un pezzo fondamentale della nostra umanità”.

 Che cosa direbbe lei ad un giovane che vuole diventare medico?

“Di leggere il mio libro. Perché lì troverà quel senso di umanità che serve in questa professione. Se una persona è tale e non è un robot capirà che può trarre un utile da un rapporto con un proprio simile, capirà quanto vale lo scambio”.

Qual è il problema oggi nella formazione dei nuovi medici?

“Si insegnano troppe cose, si perde l’uomo nelle varie specializzazioni. L’umanità si perde già nei quiz, quelli per accedere a medicina. Il mio lavoro è fatto di due parti: una di diagnosi e terapia, e l’altra è il rapporto umano e questo non te lo insegna nessuno! Devi tirare fuori tu la tua sensibilità”.

La copertina dell’opera è adornata da un'iconica fotografia di W. Eugene Smith, "Country Doctor". L'immagine di quel medico che attraversa la campagna per raggiungere i suoi pazienti ha colpito l’attenzione del dottor Malandra.

“Quella fotografia è stata appesa nel mio studio per quasi tutta la mia carriera – conclude– un giorno un paziente si fermò a guardarla e poi disse “dottore quel medico è lei” ed io ho capito subito che non era una domanda”.

"Medicus in Aeternum" è una testimonianza del potere duraturo dello spirito umano. Il dottor Luigi Malandra ha lasciato un segno indelebile sulla comunità di Volpiano e la sua eredità continuerà a ispirare generazioni di professionisti della salute.

Il dottor Malandra, per anni medico a  Volpiano 

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