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13 Gennaio 2025 - 23:24
Silvio Viale
Torino affonda nella violenza, mentre il Consiglio comunale si trasforma in un campo di battaglia politica. Dopo un fine settimana segnato da episodi inquietanti come l'assalto a una caserma, la bomba carta contro il circolo Arci Banfo e l'attacco ai gazebo di Fratelli d'Italia, le opposizioni hanno deciso di non restare a guardare. Di fronte al rifiuto del sindaco Stefano Lo Russo di fornire comunicazioni sull’escalation di tensione, i consiglieri del centrodestra hanno inscenato una protesta clamorosa: cartelli esposti in Aula con scritte come “Sala Rossa censurata vergogna”, “Solidarietà alle forze dell’ordine” e “No alla legalizzazione dell’Askatasuna”, seguita dall’abbandono dell’Aula. Un gesto che punta il dito contro il silenzio della maggioranza.
Gli episodi di violenza sono stati il detonatore. Solo due giorni prima, un corteo per Ramy Elgaml – il 19enne morto lo scorso novembre a Milano durante un inseguimento con i carabinieri – aveva trasformato il centro cittadino in uno scenario di guerriglia. Slogan come “Assassini” urlati contro le forze dell’ordine, lanci di pietre, transenne e pali hanno messo a dura prova la tenuta della città. Il clima, già esasperato, è ulteriormente peggiorato con l’attacco ai gazebo di Fratelli d’Italia e la bomba carta al circolo Banfo.
La protesta del centrodestra non si è fermata ai gesti. Ferrante De Benedictis, consigliere di Fratelli d’Italia, ha dichiarato con fermezza: “Un attacco alle forze di polizia, a caserme e commissariati, è un attacco contro lo Stato. In momenti come questi bisogna mettere da parte l’ascia di guerra e lavorare per il dialogo, non per la polemica. E invece cosa fa la maggioranza? Si nasconde dietro il silenzio”. Parole che trovano eco nelle dichiarazioni del radicale Silvio Viale, che ha chiesto un fronte comune: “L’attacco a una caserma o a un commissariato deve preoccupare tutti, senza distinzioni. Serve una condanna unanime e il dialogo tra le principali forze politiche”.
Ma il sindaco Lo Russo ha scelto di non intervenire. La sua assenza, già criticata durante la seduta dei capigruppo, ha alimentato ulteriormente il fuoco della polemica. La maggioranza ha tentato di limitare i danni concedendo ai consiglieri richiedenti un minuto ciascuno per intervenire, ma per le opposizioni è stata l’ennesima dimostrazione di una gestione inadeguata e censoria. “Questo silenzio è inaccettabile”, ha tuonato un esponente del centrodestra, lasciando intendere che il vero problema è la mancanza di una linea chiara da parte della giunta.
Torino appare sempre più una città alla deriva. I recenti episodi non sono solo atti isolati, ma segnali di un disagio profondo che rischia di esplodere. La tensione tra le forze politiche in Consiglio non fa che aggravare una situazione già compromessa. Il gesto delle opposizioni è un grido d’allarme: servono risposte immediate e una condanna netta della violenza, prima che il conflitto si radichi ancora di più. Ma senza il coraggio di affrontare il problema, il rischio è che la Sala Rossa rimanga solo uno specchio delle divisioni che lacerano la città.
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