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Per chi suona la campana
12 Gennaio 2025 - 06:00
Salutato il vescovo Edoardo Cerrato, la diocesi di Ivrea si appresta a ricevere il nuovo pastore, monsignor Daniele Salera, il cui ingresso è stato fissato per il pomeriggio di sabato 15 febbraio. Per l'occasione, tutte le Messe vespertine prefestive sono state sospese per permettere a tutti i preti, religiosi e diaconi di partecipare. Monsignor Salera è già vescovo, in quanto dal 2022 è ausiliare di Roma con il titolo di Tituli di Proconsolare.
I vescovi titolari sono quelli ai quali, dato il loro incarico (ausiliari, diplomatici, curiali), non è affidata la cura di una diocesi esistente, ma è assegnato il titolo di antiche sedi episcopali ormai soppresse ed estinte (in partibus infidelium, si diceva un tempo), in particolare quelle dell'Africa settentrionale, come era appunto Tituli di Proconsolare, suffraganea dell'antichissima arcidiocesi di Cartagine e titolo di monsignor Salera. Dal 16 dicembre 2024, egli è diventato vescovo residenziale di Ivrea, acquisendo il diritto di adottare lo stemma.
Finora, del nuovo vescovo, in attesa dell'ingresso, oltre al messaggio di saluto, non abbiamo giustamente avuto dichiarazioni, ma il suo stemma ci può dire qualcosa di lui.
L'araldica, infatti, è un linguaggio «parlante» e quella ecclesiastica in particolar modo. Nello scudo, monsignor Salera ha voluto che comparissero la colomba dello Spirito Santo, il giglio della Beata Vergine Maria e una simbolica Gerusalemme con le 12 porte e, al centro, non il Tempio, ma l'Agnello trionfante del Cristo glorioso.
Molto significativo ed eloquente è poi il motto episcopale da lui scelto: Oboedientia et pax, che era quello che monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, adottò quando fu ordinato vescovo nel 1925.
Questo motto richiama un'espressione – e qui vogliamo vedervi un omaggio al filippino suo predecessore monsignor Edoardo Cerrato– ripetuta tutti i giorni dal grande oratoriano e insigne storico della Chiesa, il cardinale Cesare Baronio.
Molto eloquente, dicevamo, perché ci dice che egli viene a Ivrea in spirito di obbedienza, quella virtù cristiana che è l'unica ad apportare la pace vera e che non è l'assenza di guerra dei pacifisti o il quieto vivere degli ignavi, ma semplicemente Gesù Cristo: «egli infatti è la nostra pace» (Ef. 2,14).
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
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