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Per chi suona la campana

Fare il mea culpa sul petto degli altri

Dal silenzio alla folla: il Vangelo rilettocon i nuovi paradigmi della modernità per una religione senza contemplazione

Fare il mea culpa sul petto degli altri

Gesù

Vogliamo aprire il 2025 continuando nell'esegesi del Vangelo progressista che, scoperto e studiato da valenti archeologi e biblisti, si accorda perfettamente con la teologia contemporanea e risulta molto più idoneo ad affrontare le «sfide» della modernità. Nella primitiva e ormai superata versione di Marco 1, 35-36, così era detto: «Al mattino, prima dell'alba, egli si alzò, uscì e se ne andò in luogo solitario a pregare. Simone andò a cercarlo con i suoi compagni. E avendolo trovato, gli dissero: Tutti ti cercano.»

Oggi, finalmente, con la nuova versione, abbiamo capito meglio: «Gli dice Simone: Maestro, non ti apparti mai in un luogo solitario a pregare? Rispose Gesù: La mia preghiera è lavorare per gli altri, la mia solitudine è restare in mezzo alla folla.»

gesù

Gesù, quindi, non si allontana dalla gente per pregare come vorrebbero i conservatori, ma sta invece con la gente per ascoltare i loro problemi e «camminare insieme» con loro, per ascoltare la voce dei fratelli che reclamano giustizia. Basta allora con il silenzio – orribile rivelazione del nulla – che non è per persone normali, ma per «indietristi». Anche la «contemplazione» è un abbaglio: oggi se ne vergognano tutti – anche gli ordini contemplativi – perché in tal modo si evade, si distolgono gli occhi dalla terra e si guarda in Cielo, perdendo tempo prezioso.

Il Dio del Cielo è un residuo di mitologia: il lavoro, la lotta per la pace e la giustizia, la discussione, il dialogo con i lontani, tutto ciò che ci immerge nella folla e ci pone in contatto con Dio è la vera preghiera. Anche Simone, nella versione riveduta e aggiornata, rivela una mentalità post-tridentina arretrata, in quanto chiede stupidamente a Gesù perché non si apparti a pregare. Noi, invece, abbiamo capito che la religione non è un egoistico rapporto con il Creatore, ma la totale fusione del singolo nella comunità. Quello che conta è stare insieme, essere in tanti, declamare e ripetere slogan. Guai al misticismo!

L'importante è non restare mai, neppure per un momento, soli e in silenzio. Si rischierebbe di riprendere a pensare e magari mettersi a fare proselitismo.

Allora, la sera, invece del solito esame di coscienza – abitudine tipica del cristianesimo individualista – bisogna proporre l'«esame collettivo della Chiesa».

Con umiltà e con gioia, ogni sera la riconosceremo peccatrice, faremo il proposito per il giorno dopo di cambiarla e così potremo abbandonarci sereni al sonno del giusto.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

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