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08 Gennaio 2025 - 10:56
Luca Spitale
Dopo anni di collegamenti fantasma, microfoni ballerini e sedute più silenziose di un film muto degli anni '20, l'Amministrazione comunale di Ivrea ha deciso di mettere fine al tragicomico spettacolo delle dirette streaming. Finalmente, con una scelta tanto attesa quanto necessaria, è stata affidata alla ditta Microvision S.r.l. la fornitura di un nuovo sistema audio/video e streaming, per una spesa complessiva di 47.994,80 euro (IVA compresa).
Il sistema promette di trasformare le sedute del Consiglio Comunale, presiedute da Luca Spitale, in un’esperienza degna del XXI secolo. Votazioni elettroniche, rilevamento automatico delle presenze, trascrizione del parlato e perfino un archivio storico audio-video saranno tra le innovazioni introdotte. Una piccola rivoluzione tecnologica che, si spera, chiuderà per sempre l’era del "chi parla? E perché non si sente niente?".
Il salto nell'era moderna include anche la partecipazione mista, sia in aula che da remoto, e l’introduzione di tablet per le votazioni. Perché, diciamolo, nulla urla "democrazia digitale" più di uno schermo touch.
Ma facciamo un passo indietro. A Ivrea, patria di Arduino, terra di Adriano Olivetti e del primo PC, ci si è affidati per anni a soluzioni tecniche degne di un laboratorio improvvisato. Colpa della scheda, della rete, del tecnico, o magari anche di un blackout. Oppure, come si diceva una volta, della "sorella di mia nonna o di mio nonno in carriola".
Dal 2023 al 2024, l’elenco dei fallimenti è lungo e imbarazzante: maggio 2023, dicembre 2023, giugno 2024... Sempre la stessa storia: buio totale su rete e browser. Firefox, Chrome, Safari: nessuno è stato risparmiato. E così, niente trasmissioni dal Palazzo Municipale, lasciando il dibattito "top secret" per il pubblico da casa.
E non è certo mancata la buona volontà. Per anni si è fatto affidamento al fai-da-te, con tecnici improvvisati che si ritrovavano a non sapere "a che santo votarsi". Il risultato? L'Amministrazione comunale ha guadagnato una solida reputazione… da cioccolatai.
Una domanda però resta: com’è possibile che Ivrea, città simbolo dell’informatica, abbia continuato a brancolare nel buio digitale? Tanto per dire, ai tempi di Carlo Della Pepa, per collegarsi serviva un PC antidiluviano e Internet Explorer, quando il resto del mondo navigava felicemente con Firefox o Chrome.
Le dirette streaming, oggi, sono uno standard. Se le annunci, devono esserci. Altrimenti, meglio tacere e lasciare che il pubblico si organizzi. Perché, diciamocelo, non c’è più un Comune in Italia delle dimensioni di Ivrea che non utilizzi almeno YouTube o Facebook Live, piattaforme che si gestiscono persino con un cellulare.
Ora non resta che attendere la prima seduta "tecnologicamente avanzata". Ma se anche questa volta il collegamento non dovesse partire, forse sarà il caso di sostituire il software… con un esorcista.
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