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Calcio e politica

La Supercoppa in Arabia Saudita? Il calcio italiano svende la sua anima per milioni

Il vicepremier Salvini critica la scelta di giocare a Riyad e rimpiange il limite dei tre stranieri in campo: “Era un calcio diverso, una nazionale più forte”

Matteo Salvini

Matteo Salvini

La decisione di disputare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita continua a suscitare dibattiti e polemiche nel panorama sportivo e politico italiano. Recentemente, il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso il suo disappunto durante una diretta sui social, dichiarando: "Giocare la Supercoppa italiana in Arabia Saudita, vedere Milan, Inter, Juventus e Atalanta che vanno a Riyad a giocarla, un po' di tristezza me la mette".

Salvini ha inoltre manifestato nostalgia per il passato del calcio italiano, affermando: "Rimpiango il limite dei tre stranieri in campo: era un campionato diverso, un calcio diverso, un tifo diverso e anche una nazionale italiana più forte".

Queste dichiarazioni non rappresentano una novità nella posizione del leader leghista. Già in passato Salvini aveva criticato aspramente la scelta di disputare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, definendola una decisione che penalizza i valori tradizionali dello sport italiano, ponendo l'accento sulle questioni legate ai diritti umani e alla scarsa inclusività delle donne negli stadi sauditi.

La Lega Serie A ha giustificato la decisione di giocare la Supercoppa in Arabia Saudita come un’opportunità per promuovere il calcio italiano a livello internazionale e sfruttare i consistenti benefici economici derivanti dall'accordo. Questo prevede che quattro delle prossime sei edizioni della competizione si svolgano in Arabia Saudita, con un montepremi significativamente aumentato rispetto al passato.

Supercoppa

Nonostante gli aspetti economici, la scelta ha suscitato molte critiche. Oltre alle preoccupazioni legate ai diritti umani, si è discusso della scarsa partecipazione dei tifosi italiani a causa delle difficoltà logistiche e dei costi elevati per raggiungere Riyad. Durante l’edizione del 2024, ad esempio, le semifinali hanno registrato una bassa affluenza di pubblico, con molte tribune occupate da semplici curiosi piuttosto che da veri appassionati.

Un altro punto controverso è stato il criterio di selezione delle squadre partecipanti. La presenza di club come Fiorentina e Lazio, rispetto a squadre storiche come Juventus e Milan, ha suscitato perplessità anche tra gli stessi organizzatori sauditi, che si aspettavano una maggiore rappresentatività dei principali club italiani.

Le parole di Salvini riflettono il sentimento di molti appassionati, che percepiscono queste scelte come una perdita dei valori tradizionali del calcio italiano. La nostalgia per un’epoca in cui il campionato era caratterizzato da un limite di giocatori stranieri e da una nazionale più competitiva si contrappone alle dinamiche attuali di globalizzazione e commercializzazione dello sport.

Insomma, la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita rimane un tema controverso, simbolo di un calcio che sembra sempre più orientato verso il profitto, a scapito della sua anima e della passione che lo ha sempre contraddistinto.

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