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Leini
22 Dicembre 2024 - 09:22
A Leini si è consumato un dramma che ha sconvolto la vita di una donna, Viola (nome di fantasia), vittima di molestie e persecuzioni per tre lunghi anni. Un incubo iniziato nel 2021, quando, trovandosi senza una casa per motivi familiari, Viola ha accettato l'offerta di ospitalità di un uomo di 64 anni, apparentemente gentile. Quello che sembrava un gesto di altruismo si è presto trasformato in un incubo.
Viola, in un momento di vulnerabilità, ha accettato l'invito dell'uomo: "Puoi venire a stare da me", le aveva detto. In cerca di un tetto sopra la testa, Viola ha visto in quell'offerta una via d'uscita dalla sua situazione precaria. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa. "Il frigo era sempre vuoto, i bagni sempre inagibili e per avere un posto dove dormire dovevo dargli 500 euro al mese. Tutto 'in nero'", racconta Viola, descrivendo un ambiente ostile e sfruttatore.
Nonostante la precarietà della situazione, Viola ha cercato di mantenere la sua dignità. Percepiva il reddito di cittadinanza, ma l'uomo ha iniziato a pretendere sempre di più. "Mi chiedeva di fare sesso con lui, ho sempre detto di no", afferma con fermezza. La situazione è diventata insostenibile, costringendola a fuggire da quella casa di Leinì. Ha trovato rifugio in un appartamento popolare a Torino, nel quartiere di Mirafiori, sperando di lasciarsi alle spalle quell'incubo.
Purtroppo, le molestie non si sono fermate. L'uomo ha continuato a perseguitarla con chiamate, messaggi e appostamenti sotto casa. L'episodio più inquietante è avvenuto quando Viola ha ricevuto sul suo cellulare delle foto di "parti intime" inviate dal suo aguzzino. "Da quando le ho viste, non dormo più", confida Viola, sottolineando come la paura e l'angoscia siano diventate compagne costanti delle sue giornate.
Decisa a porre fine a questo incubo, Viola ha trovato il coraggio di denunciare l'uomo. Con l'assistenza dell'avvocato Francesco Romano, presidente dell'associazione "International Techne Center Gabriele Romano", ha presentato una denuncia formale. "Ma il mio incubo non è ancora finito", ammette Viola, consapevole che il percorso verso la giustizia può essere lungo e tortuoso.
La vicenda di Viola solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza delle donne e sulla capacità delle istituzioni di proteggerle. Come è possibile che una donna debba vivere per anni sotto la minaccia di un molestatore senza che nessuno intervenga? E quanto è difficile per una vittima trovare il coraggio di denunciare, sapendo che il suo aguzzino potrebbe continuare a perseguitarla?
La storia di Viola è un monito e un esempio di coraggio. Nonostante le difficoltà e le paure, ha trovato la forza di denunciare e di lottare per la sua libertà e dignità. Un gesto che spera possa ispirare altre donne a non rimanere in silenzio di fronte alla violenza e alle molestie.
Questo caso ci ricorda l'importanza di un sistema di supporto efficace per le vittime di violenza e molestie. È fondamentale che la società, le istituzioni e le forze dell'ordine lavorino insieme per garantire che nessuna donna debba mai più vivere un incubo simile. Solo così si potrà costruire un futuro in cui la sicurezza e il rispetto siano garantiti a tutti.
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