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Venaria, il riscatto di una città raccontato da Milena Gabanelli

Secondo la giornalista, ecco come una città dimenticata è diventata simbolo di cultura

Venaria Reale

Milena Gabanelli: sullo sfondo la reggia di Venaria Reale

Milena Gabanelli, giornalista di punta del Corriere della Sera e ideatrice della rubrica DataRoom, ha dedicato con la collaborazione di Andrea Piante, un ampio reportage alla città di Venaria e alla sua straordinaria metamorfosi, leggibile sul sito del Corriere.

Con il titolo "Venaria, perché mezzo milione di turisti visita l'ex città dormitorio", la Gabanelli racconta la storia di un recupero che ha trasformato un sito dimenticato in un’eccellenza culturale nazionale.

Riconosciuta per le sue inchieste approfondite e lo stile rigoroso, Milena Gabanelli ha curato per anni la trasmissione televisiva Report, facendo della lotta per la trasparenza e la verità il suo marchio distintivo. Oggi, con DataRoom, analizza temi complessi, dalla politica alla cultura, attraverso dati e approfondimenti, rendendoli accessibili al grande pubblico.

Come spiega Gabanelli, appena diciassette anni fa Venaria era una città dormitorio alla periferia di Torino. La svolta arriva nella primavera del 1996, quando un comitato cittadino racconta a Walter Veltroni, allora impegnato in un comizio elettorale, delle condizioni disastrose della Reggia. Quella notte, armato di torcia, Veltroni esplora i resti di una "Versailles" dimenticata, immersa in una magnificenza spettrale.

La Reggia, costruita nel Seicento dai Savoia come residenza di caccia, si estende per 80mila metri quadrati con giardini di 60 ettari. Dopo essere stata spogliata da Napoleone e trasformata in caserma, viene abbandonata per quasi un secolo, invasa da rovi e devastata dai crolli.

Nel 1996, Veltroni, divenuto ministro della Cultura, avvia il recupero del sito. Con un investimento complessivo di 250 milioni di euro, finanziato da Stato, Regione Piemonte e Unione Europea, parte il più grande progetto di restauro culturale mai realizzato in Europa. Per dieci anni, 1.800 operatori e 300 ditte lavorano per riportare a nuova vita la Reggia. Nel 2007, finalmente, il sito riapre al pubblico.

La gestione è affidata al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, che comprende enti pubblici e due Fondazioni private. Oggi, la Reggia attira quasi mezzo milione di visitatori all’anno, posizionandosi al secondo posto in Piemonte dopo il Museo Egizio. "Il 2023 ha registrato un fatturato di 16,3 milioni di euro, con un incremento del 30% dei visitatori rispetto all’anno precedente", riporta DataRoom.

La Reggia di Venaria Reale oggi

La Gabanelli sottolinea come il successo sia legato a un modello di gestione che combina cultura, accessibilità e innovazione. Collegata da treni, bus e piste ciclabili, la Reggia offre mostre di livello internazionale – da Andy Warhol a Caravaggio –, spettacoli, eventi, e perfino ristoranti, tra cui uno stellato.

La rinascita della Reggia ha trasformato anche la città di Venaria. Un tempo considerata "città-dormitorio" - scrive Gabanelli - oggi vanta un centro storico pedonalizzato, con negozi, ristoranti e strutture ricettive in crescita. Dal 2007, gli alberghi sono passati da 4 a 24, e i bed & breakfast da 0 a 61. Il reddito pro-capite è aumentato del 60,8%, con un impatto diretto anche sulla scolarizzazione e l’occupazione.

Secondo la Gabanelli, la storia di Venaria dimostra che "con la cultura si mangia". Ogni euro investito in attività culturali ne genera quasi due in indotto. Tuttavia, l’Italia continua a destinare solo lo 0,3% del PIL alla cultura, una cifra tra le più basse d’Europa.

Questo reportage non celebra solo una trasformazione, ma evidenzia il potenziale inespresso del patrimonio culturale italiano. Venaria - per la giornalista - è la prova che, con visione e determinazione, è possibile riscrivere il destino di un territorio.

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