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Macchinetta fuori uso al parcheggio dell’ospedale: rabbia e freddo per gli utenti

Code interminabili per pagare: quand'è che l'Asl interviene?

Chivasso ospedale

La situazione che si presenta quasi ogni giorno al parcheggio dell'ospedale di Chivasso

Ogni mattina, puntuale come un orologio svizzero, il parcheggio dell'ospedale di Chivasso, in via Paolo Regis, si trasforma in una trappola per pazienti, accompagnatori e chiunque abbia il "privilegio" di doversi confrontare con le macchinette per il pagamento. Sì, perché da settimane una delle due macchinette è guasta. Guasta, fuori uso, kaputt. E con lei la pazienza degli utenti.

In queste fredde mattinate di dicembre, la scena è sempre la stessa: una fila interminabile di persone infreddolite, che si stringono nei cappotti mentre aspettano il proprio turno per pagare il parcheggio. Una fila che, a tratti, sembra uscita da un dipinto del realismo sociale: anziani appoggiati ai bastoni, genitori con bambini impazienti, lavoratori che guardano l'orologio con crescente preoccupazione.

La direzione sanitaria è al corrente della situazione? Il direttore generale Stefano Scarpetta, che evidentemente è in tutt'altre faccende affaccendato, lo sa?

Perché se il problema persiste da settimane, la domanda sorge spontanea: chi dovrebbe occuparsene?

Una delle due macchinette per pagare il parcheggio è guasta

Forse non siamo davanti al massimo esempio di attenzione verso il cittadino, ma si sa, a volte la sanità non si misura solo con la qualità delle cure, ma anche con i dettagli apparentemente piccoli, come il pagamento di un parcheggio.

Eppure, di piccolo in questa vicenda non c'è nulla. Il disagio è evidente e il tempo perso (in coda) non è più un bene così scontato per nessuno. Per non parlare del freddo, perché sì, aspettare fuori con temperature che mordono le mani e il naso non è esattamente il massimo della vita.

Un episodio che potrebbe sembrare banale, ma che racchiude tutta l’ironia amara di un sistema che spesso inciampa proprio sulle cose più semplici. E mentre la macchinetta difettosa resta lì, muta testimone di tante giornate iniziate male, gli utenti continuano a chiedersi: possibile che nessuno sia in grado di aggiustarla?

È chiedere troppo avere due macchinette funzionanti?

Una domanda che, forse, meriterebbe una risposta. Ma soprattutto, meriterebbe un intervento rapido. Perché a volte, più che grandi proclami, basterebbe un piccolo gesto per far sentire i cittadini meno soli, meno arrabbiati e, perché no, meno al freddo.

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