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Temperature record e poca neve in Canavese: è questo il futuro degli inverni piemontesi?

In Piemonte, poca neve e temperature in rialzo aumentano il rischio valanghe: preoccupazione per il turismo invernale.

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Temperature record e poca neve in Canavese: è questo il futuro degli inverni piemontesi?

In Piemonte, l'inverno 2024-2025 si sta rivelando decisamente insolito. Mentre le festività natalizie si avvicinano, il paesaggio montano appare spoglio, privo del consueto manto nevoso che caratterizza la stagione. Le previsioni meteo non promettono miglioramenti: le temperature sono destinate a salire, portando con sé rischi ambientali, tra cui un incremento del rischio valanghe.

Un inverno anomalo in tutto il Piemonte

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte ha recentemente avvertito che le nevicate di inizio dicembre, pur diffuse, sono state deboli, lasciando il territorio con un significativo deficit d'innevamento. La neve fresca caduta, che in alcuni casi ha raggiunto quote collinari, non è stata sufficiente a coprire adeguatamente il suolo. Questo ha esposto numerose aree montane a insidie come pietre e altri ostacoli nascosti, aumentando i rischi per gli escursionisti.

"In molte zone la neve fresca poggia direttamente sul suolo nascondendo le pietre", ha dichiarato ARPA, sottolineando che la situazione è particolarmente critica nelle aree di confine a quote più elevate.

Rischio valanghe e condizioni meteo complesse

Il rischio valanghe, pur essendo classificato come moderato (grado 2) nelle zone di confine, potrebbe peggiorare. L’intensificazione della ventilazione prevista per il fine settimana porterà alla formazione di nuovi lastroni da vento, aumentando ulteriormente il pericolo.

In aggiunta, l’arrivo di un promontorio anticiclonico causerà un rapido aumento dello zero termico, accompagnato da venti di foehn nelle vallate alpine. Questo fenomeno spazzerà via la nebbia dalle pianure, ma rischia di compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio ambientale delle montagne piemontesi.

Rischio valanghe in Piemonte

Anche il Canavese, area già colpita da nevicate precoci a fine novembre, sta vivendo un inverno insolito. Sebbene quelle nevicate abbiano causato disagi al traffico e interventi dei vigili del fuoco per alberi pericolanti, l’attuale scarsità di neve potrebbe compromettere le attività turistiche invernali locali, fondamentali per l’economia regionale.

Le temperature miti registrate in dicembre, con massime che sfiorano i 12°C a Ivrea, non favoriscono nuove nevicate, mantenendo il paesaggio privo del consueto fascino invernale. Questo trend climatico anomalo solleva preoccupazioni anche per il rischio valanghe nelle aree montane limitrofe.

Con le festività natalizie alle porte, gli operatori turistici del Piemonte e del Canavese osservano il cielo con preoccupazione. La mancanza di neve rischia di scoraggiare i turisti, compromettendo una stagione cruciale per l’economia locale. Le previsioni di un inverno più caldo del solito aumentano l’incertezza e obbligano gli operatori a ripensare le strategie per attrarre visitatori.

Un futuro incerto: il peso del cambiamento climatico

La situazione solleva interrogativi sul futuro degli inverni piemontesi e sul destino delle comunità montane. Temperature in aumento e scarsa neve sono segnali di un cambiamento climatico che non può più essere ignorato.

Le istituzioni e la comunità scientifica devono lavorare con urgenza per sviluppare strategie innovative che mitigano gli effetti di un clima sempre più imprevedibile. La protezione delle risorse naturali e il sostegno alle economie locali richiedono una collaborazione collettiva e un forte impegno politico.

Solo attraverso azioni condivise sarà possibile garantire un futuro sostenibile per le regioni montane del Piemonte e per territori come il Canavese, che oggi guardano con preoccupazione alla perdita del loro tipico paesaggio invernale e delle opportunità economiche che da esso derivano.

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