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Occupazione in Piemonte: i dati che nessuno vuole raccontarti

Previsioni nere per il mercato del lavoro piemontese: quasi 3.000 posti in meno nel trimestre dicembre-febbraio

Occupazione in Piemonte

Occupazione in Piemonte: i dati che nessuno vuole raccontarti (foto di repertorio)

Il Piemonte sta vivendo un momento difficile sul fronte occupazionale. Nel mese di dicembre 2024, le imprese piemontesi prevedono di attivare circa 23.710 contratti, un dato che, esteso al trimestre dicembre-febbraio, raggiunge quota 89.960. Tuttavia, rispetto agli anni precedenti, il quadro appare preoccupante, con numeri in calo e un contesto nazionale che invece segna una ripresa.

Il calo delle assunzioni in Piemonte è evidente su più livelli:

  • Mensile: rispetto a dicembre 2023, si registrano 1.190 entrate in meno, pari a una variazione del -4,8%.
  • Trimestrale: il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia un calo di 2.820 assunzioni.

Questo andamento negativo contrasta con il dato nazionale, che vede una crescita della domanda di lavoro, con +1,0% di assunzioni previste nel mese e +1,2% nel trimestre.

Le assunzioni piemontesi rappresentano il 22,4% delle posizioni aperte nel Nord Ovest e il 6,7% del totale nazionale, secondo il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. La distribuzione si concentra prevalentemente nei servizi, che coprono il 67% delle entrate, pari a 60.260 posti nel trimestre.
L’industria, invece, registra un calo significativo, con 29.700 assunzioni e una perdita di circa 2.920 unità rispetto all’anno scorso. Tra i settori più dinamici dei servizi spiccano:

  • Servizi alle persone: 12.670 ingressi (14,1% del totale).
  • Commercio: 12.580 assunzioni (14%).
  • Turismo: 11.500 entrate (12,8%).

Le professioni più richieste e le difficoltà di reperimento

A dicembre 2024, il 31% delle assunzioni riguarda professioni commerciali e dei servizi, in crescita rispetto al 2023. Tuttavia, altre categorie, come operai specializzati e conduttori di impianti (23%), sono in calo. Tra le nuove entrate, il 33% dei contratti coinvolgerà giovani sotto i 30 anni e il 20% personale immigrato.

Le imprese piemontesi, però, faticano a trovare i profili richiesti: il 50% delle aziende segnala difficoltà di reperimento, un dato superiore alla media nazionale (48,9%).
Le principali cause? Carenza di candidati (34,8%) e preparazione inadeguata (11,7%).

La maggior parte delle assunzioni sarà a tempo determinato (58%), con un calo rispetto a novembre, mentre i contratti a tempo indeterminato restano stabili al 28%. Le altre tipologie, inclusi apprendistati, coprono il restante 14%.

Sul fronte dei titoli di studio:

  • 16% delle assunzioni è riservato ai laureati.
  • 29% ai diplomati.
  • 36% alle qualifiche professionali.
  • 19% a chi ha la sola scuola dell’obbligo.

Nonostante alcune aree di crescita, il Piemonte si trova ad affrontare sfide strutturali che limitano la ripresa occupazionale. L’industria, trainata storicamente dal settore dell’auto, sembra soffrire maggiormente, mentre i servizi mostrano una tenuta più solida. La difficoltà di trovare personale qualificato e il mismatch tra domanda e offerta rappresentano ostacoli significativi.

In un contesto nazionale di ripresa, il Piemonte dovrà affrontare scelte strategiche per rilanciare l’occupazione e colmare le lacune che penalizzano le imprese e i lavoratori.

PROFESSIONE

ENTRATE PREVISTE

DIFFICOLTÀ REPERIMENTO (%)

Specialisti nelle scienze della vita

170

98.8

Operaio macchine semi e automatiche per lavorazioni metalliche e prod. minerali

380

75.0

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori, macchine fisse/mobili

600

74.2

Fabbri ferrai costruttori utensili

210

72.0

Operaio specializzati installaz./ Manutenzione attrezzature elettriche

270

71.8

Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni

310

70.1

Operatori della cura estetica

280

70.0

TOTALE

23710

50.0

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