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Invidioso delle nocciole di Cirio, gli distrugge le piante

La vicenda si è chiusa in Tribunale con un patteggiamento

Invidioso delle nocciole di Cirio

Invidioso delle nocciole di Cirio, gli distrugge le piante (foto di repertorio)

Nella notte del 1° aprile 2023, Giovanni Romello, agricoltore sessantenne di Cherasco, ha compiuto un gesto che ha scosso non solo la comunità locale, ma anche l’intero settore agricolo. L'uomo ha sradicato e tagliato oltre duecento pianticelle di nocciole nel campo gestito dall’azienda “Le Nocciole delle Langhe di Alberto Cirio”, il presidente della Regione Piemonte.

Il tribunale di Asti ha recentemente chiuso il caso con una sentenza di patteggiamento: Romello è stato condannato a quattro mesi di reclusione, pena sospesa condizionalmente. La vicenda ha aperto un dibattito sulle tensioni sociali ed economiche che serpeggiano anche in una realtà rurale apparentemente pacifica.

Il noccioleto, di proprietà della Curia e affittato dall'azienda di Alberto Cirio, rappresentava un investimento strategico per il futuro. Sul terreno, situato nei pressi dell’autostrada Asti-Cuneo, erano state piantate oltre duemila barbatelle. La scoperta del danneggiamento è avvenuta grazie a un collaboratore di Cirio, che ha trovato le piantine brutalmente sradicate e tagliate con cesoie, compromettendo interi filari.

Alberto Cirio, assistito dall’avvocato Roberto Ponzio, ha prontamente sporto denuncia, dichiarando: “Mai ricevuto minacce per la mia attività agricola a Cherasco”. L’episodio, oltre a causare un danno economico, ha colpito il simbolo di un’azienda che, nonostante il prestigio del proprietario, si fonda sul lavoro agricolo.

Nonostante il grave danno subito, Cirio ha deciso di perdonare Romello, sottolineando un atteggiamento di comprensione che ha spinto molti a riflettere sulle tensioni e sulle difficoltà che caratterizzano il mondo agricolo

La confessione e il perdono: uno sguardo sulla natura umana

Intercettato dai carabinieri, Giovanni Romello non ha esitato a confessare il proprio gesto, ammettendo che la motivazione principale era l’invidia. “L'ho fatto perché lui è ricco e io povero. Per lui è un hobby, io vivo di agricoltura”, ha spiegato l’uomo, definendo la sua azione una “cavolata” senza giustificazione.

Nonostante il grave danno subito, Cirio ha deciso di perdonare Romello, sottolineando un atteggiamento di comprensione che ha spinto molti a riflettere sulle tensioni e sulle difficoltà che caratterizzano il mondo agricolo.

Il patteggiamento, approvato dal tribunale di Asti, ha previsto la confisca delle cesoie utilizzate per il danneggiamento, un gesto simbolico che sottolinea la gravità dell’atto. Tuttavia, la pena sospesa ha evitato un impatto eccessivamente punitivo per Romello, lasciando spazio a una riflessione più ampia sulle tensioni economiche e sociali che possono degenerare in episodi come questo.

In un settore sempre più competitivo, le disuguaglianze economiche possono alimentare frustrazione e sentimenti di rivalsa, come dimostrato da questo caso. Tuttavia, l’approccio comprensivo di Alberto Cirio offre una lezione importante: la possibilità di risolvere i conflitti attraverso il dialogo e il perdono, anziché alimentare ulteriore divisione.

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