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Stellantis
06 Dicembre 2024 - 18:19
Prima i sorrisi smaglianti accanto a Carlos Tavares, con tanto di selfie celebrativi davanti agli operai. Un’immagine da cartolina che sembrava dire: “Guardate, siamo qui per voi.”
Peccato che quegli stessi operai siano stati messi, con il consueto tatto aziendale, in cassa integrazione poco dopo.
Ora, con le dimissioni del famigerato amministratore delegato di Stellantis – giunte solo dopo aver accumulato una serie di successi che farebbero invidia a un libro di sventure aziendali – il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha avuto un raro momento di autocritica: “Se potessi tornare indietro, non lo rifarei.” E chi glielo spiega adesso agli operai che forse, ma solo forse, Lo Russo ha capito di aver sbagliato?
Ma il vero protagonista del teatrino resta Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte. Sempre impeccabile nelle foto ufficiali, il presidente non si è mai sprecato in posizioni nette su Stellantis, preferendo il caldo abbraccio dell’ambiguità politica. Mentre i lavoratori chiedevano risposte, Cirio si è limitato a osservare la situazione come uno spettatore distratto a teatro. E oggi, mentre il Piemonte sprofonda sotto il peso di una crisi industriale senza precedenti, le scuse di Cirio per il suo immobilismo restano un sogno lontano.
Le dimissioni di Tavares potrebbero sembrare una buona notizia, ma è difficile brindare sapendo che il manager se ne va con una buonuscita milionaria. Uno schiaffo in piena faccia a migliaia di lavoratori che, al contrario, devono arrangiarsi con una cassa integrazione che spesso non arriva nemmeno puntuale. E non dimentichiamoci dell’indotto: un universo di piccole e medie imprese ormai sull’orlo del collasso, mentre si continua a parlare di piani industriali come fossero miraggi nel deserto.
Questa mattina, durante una tavola rotonda sul futuro dell’industria piemontese, il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle – composto da Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio – ha alzato la voce contro l’inerzia delle istituzioni.
Le loro parole, accanto ai sindacati, hanno dipinto un quadro drammatico: Torino e il Piemonte sono in ginocchio. La produzione industriale è ferma, i lavoratori sono esasperati e le famiglie che da mesi attendono il fondo di sostegno al reddito – quello promesso da Cirio in pompa magna a ottobre – sono ormai al limite.
E non è che manchino le proposte. Il Movimento 5 Stelle ha messo sul tavolo una soluzione concreta, un fondo che potrebbe dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori colpiti dalla crisi. Ma la Regione sembra troppo occupata a decidere il prossimo titolo della conferenza stampa per occuparsene. Nel frattempo, i lavoratori continuano a stringere la cinghia, mentre l’azienda e i suoi dirigenti si godono bonus e buonuscite.
Poi c’è John Elkann, l’uomo del silenzio. Dovrebbe riferire in Parlamento sul futuro di Stellantis, ma a quanto pare l’agenda è troppo piena per una questione così banale come il destino di migliaia di famiglie italiane. Nel frattempo, il Consiglio regionale aperto, richiesto dai consiglieri M5S per discutere del caso Stellantis, resta un’utopia. Si parla tanto di futuro, ma il presente è un disastro che nessuno sembra voler affrontare.
“Il tempo delle attese è finito,” dichiarano i consiglieri del Movimento 5 Stelle. E hanno ragione: il Piemonte ha già aspettato abbastanza. Ma il problema è che chi dovrebbe rispondere – Cirio in primis – sembra più interessato alle luci della ribalta che a trovare soluzioni. Il destino di Torino e del Piemonte, delle fabbriche e dei lavoratori, sembra essere appeso a un filo sempre più sottile, mentre le istituzioni si perdono in un mare di promesse evaporate.
Cirio, se c’è, batta un colpo. Anche un sussurro basterebbe per far capire ai piemontesi che non sono stati completamente abbandonati. Ma intanto, tra selfie, dichiarazioni tardive e silenzi imbarazzanti, il Piemonte resta in attesa di quelle risposte concrete che non arrivano mai.
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