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Ambiente

30 mila euro per il "mangiaplastica". Miracolo o marketing?

Lanzo Torinese si inserisce nella lista dei comuni che hanno adottato il progetto “mangiaplastica”. Ma è sufficiente riciclare?

29.981 euro per il "mangiaplastica": la battaglia è ancora lunga

Anche a Lanzo torinese arriverà l’eco-compattatore mangiaplastica, un contenitore in grado di ridurre il volume dei rifiuti plastici. Questa iniziativa è l’esito del cosiddetto decreto “Mangiaplastica”, pubblicato nel 2021 dal Ministero della Transizione ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica).

Con questo documento, il Ministero ha stanziato un totale di 27 milioni di euro per promuovere l’acquisto di eco-compattatori da parte delle amministrazioni locali. A partire dal 2021, i comuni interessati hanno avuto la possibilità di presentare la domanda tramite una piattaforma online.

Il comune di Lanzo torinese ha inviato la richiesta a febbraio 2023. A dicembre dello stesso anno il Ministero ha pubblicato le graduatorie dei destinatari del finanziamento, tra cui compariva Lanzo Torinese. Posizionandosi al 184° posto, il comune “risulta beneficiario del contributo di € 29.981,00 da utilizzarsi per la fornitura e posa dell’eco-compattatore”.

A distanza di circa un anno dalla pubblicazione delle graduatorie, a ottobre 2024 l’amministrazione ha infine ricevuto il primo anticipo, pari al 30% del costo complessivo. Si tratta di 8.994,30 euro, che serviranno per avviare il progetto. 

L’azienda incaricata di fornire il servizio è la EURVEN S.R.L. Con sede a Trevignano (TV), la ditta è specializzata nella distribuzione di eco compattatori e ha assistito oltre 400 comuni. Sul loro sito si legge “le macchine, dette anche mangiaplastica o più tecnicamente eco compattatori consentono di ridurre al 90% il volume dei rifiuti, con la possibilità di emettere premi e coupon per i cittadini che conferiscono le bottiglie di plastica”.

 Un’iniziativa che non è unica sul territorio torinese. Per esempio, a San Raffaele Cimena, l’amministrazione ha già avviato il progetto, in collaborazione con la CORIPET (consorzio volontario per il riciclo delle bottiglie in plastica PET). A fronte di 300 bottiglie riciclate si ottiene un buono di 5 euro, da spendere nel supermercato Borello. Anche Leinì ha installato un primo eco-compattatore a maggio di quest’anno. In generale, il progetto sta prendendo piede in tutta Italia, e si basa su un’idea molto semplice: favorire il riciclo della plastica da una parte, premiare chi si impegna in questa attività dall’altra.

A questo proposito, la EURVEN ricorda che “per garantire una raccolta sufficiente gli eco compattatori dovrebbero essere installati in prossimità di centri commerciali o supermercati, che possono beneficiare del meccanismo del riciclo incentivante: i coupon cartacei o gli eco punti accumulabili su una app dedicata possono infatti essere tramutati in sconti o premi per i clienti delle attività commerciali convenzionate”.

Nonostante questa importante iniziativa, è necessario ricordare che il riciclaggio non può essere l’unica soluzione. Ciò che ancora sfugge ai molti è che bisogna produrre meno plastica. Produrre di meno, significa consumare di meno. Un imperativo impellente, ma che è in contrasto con la tendenza contemporanea. I dati dell’UE parlano chiaro: la plastica ci sta soffocando. nel 2021, ogni europeo ha prodotto in media 36,1 kg di rifiuti di imballaggio in plastica, un aumento del 29% rispetto al 2010. Inoltre, il totale dei rifiuti plastici nell'UE ha superato i 16 milioni di tonnellate, di cui solo una piccola parte viene effettivamente riciclata. Sempre secondo i dati dell’Eurostat, l’Italia ricicla intorno al 40% della plastica prodotta. Il resto finisce negli inceneritori, in discarica, o viene disperso nell’ambiente, contribuendo alla formazione delle famose isole di plastica, di cui si è parlato tanto, e alla contaminazione dell’ecosistema.

L’altro lato della medaglia di questa iniziativa è il rischio di diffondere l’idea che sia sufficiente riciclare bene per rispettare l’ambiente. Così, il cittadino penserà che l’importante sia buttare nel contenitore giusto la bottiglia di plastica, la vaschetta del prosciutto o il pacco di pasta, senza andare all’origine del problema. In realtà, ciò di cui abbiamo bisogno è di ridurre drasticamente l’acquisto di plastica.

Per questo motivo le amministrazioni non dovrebbero limitarsi a elogiare l’ultimo modello di eco-compattatore uscito sul mercato (già il nome “mangiaplastica” rende la falsa idea di una miracolosa scomparsa della plastica al suo interno). Al contrario, dovrebbero impegnarsi nella diffusione di uno stile di consumo sempre più sostenibile e compatibile con il territorio.

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